La settimana scorsa vi abbiamo parlato delle due gemelline siamesi nate a Bologna, Lucia e Rebecca, unite dal torace e con un solo cuore e un solo fegato. L'unico modo per permettere la vita attraverso la separazione è quella di  scegliere solo una delle due gemelline, quella che avrà più possibilità di vita dopo l'intervento. Avendo alcuni organi in comune, il cuore con una grave patologia e un tratto dell'intestino in comune, non c'è altra via di uscita.

"Pur sapendo che una delle due morirà a causa della separazione, nel caso estremo e drammatico di pericolo di vita per entrambe le gemelle, se non ci saranno alternative possibili sarà sostenibile l'intervento di separazione, perché questo avrà il solo scopo di salvaguardare la vita di una gemella". Queste le parole comunicate dall'Arcidiocesi di Bologna guidata dal cardinale Carlo Caffarra.

La risposta della Chiesa arriva proprio perché si tratta di un caso veramente difficile e delicato: le due bimbe non potrebbero sopravvivere unite e il loro unico cuore malato non potrà reggere ancora per molto il peso di due corpicini che vivono grazie ad esso.

La separazione per le gemelle non è una condanna a morte per una delle due, ma solo un modo per permettere di vivere almeno a una di loro, in costante pericolo di vita finché saranno unite.

Ci troviamo di fronte quindi a una delle poche volte in cui anche la Diocesi ha convenuto che per salvare la vita di una delle due bambine, si deve procedere con un intervento chirurgico che porterà la morte certa per la gemellina più svantaggiata. La gemella che avrà gli organi, avrà comunque il 25% di possibilità di sopravvivere.