Bimba di due anni rischia la vita per varicella
Bambini - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Martedì 13 Marzo 2012 17:47 Stampa
ambulanza_1Una bimba di due anni è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico "Infermi"di Rimini portata dai genitori: dopo aver contratto la varicella rischiava la vita per una rara complicanza, la piccola era in preda ad una trombosi alle gambe che stava degenerando in necrosi, a causa di un difetto di coagulazione innescato dal virus.

Il professor Vico Vecchi, Primario della Pediatria di Rimini, ha dichiarato che la vascolite necroemorragica è una complicanza descritta in letteratura ma che non aveva ancora mai visto finora.

bambina di due anni rischia la vita per varicella

La piccola si è poi rimessa , ad un recente controllo dei medici di Dermatologia (guidata da Stefano Catrani) la patologia sembra essere risolta, attraverso una terapia mirata e tempestiva si è riusciti a bloccare il processo di necrosi che poteva entrare in profondità, anche a livello estetico non dovrebbero esserci conseguenze future alle cicatrizzazioni. La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus Varicella Zoster ma in genere è benigna e guarisce nel giro di 7-10 giorni, tende ad essere più aggressiva invece nell'età adolescenziale o adulta, e può essere particolarmente grave se colpisce persone immunodepresse o nei neonati. Se la varicella viene contratta da una donna durante i primi due trimestri della gravidanza può trasmettersi al feto causando complicanze importanti.

Il professor Vecchi ricorda che "se nel calendario vaccinale venisse inserita anche la varicella, complicanze come queste potrebbero essere evitate; negli Stati Uniti esiste da vent'anni". L'efficacia del vaccino, costituito da virus vivo attenuato, ha un'efficacia stimata del 95% nella prevenzione delle forme moderate o gravi, e del 70-85% nella prevenzione delle forme lievi, tra cui encefalite, atassia cerebellare, polmonite e infezioni batteriche. La vaccinazione viene consigliata con una prima dose a 13-15 mesi ed una seconda a 5-6 anni e produce un calo dell'ospedalizzazione del 74%, oltre ad accrescere la resistenza collettiva all'infezione.
 

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