Ricordiamoci dell’infanzia: la campagna di Save the Children contro la povertà infantile
Bambini - Articoli
Scritto da Eva Forte     Martedì 29 Maggio 2012 18:49 Stampa
asilo Dal 15 maggio scorso, Save the Children ha lanciato una campagna diretta alle massime Istituzioni Italiane per sensibilizzarle sul tema dell'infanzia a rischio povertà in Italia. Non se ne parla tanto ma i dati che sono emersi dalle ultime indagini sono a dir poco allarmanti e questa iniziativa mira anche a risvegliare l'attenzione pubblica non sempre concentrata su quello che ha sotto al naso e ben visibile.

La povertà infatti non si trova solo nei paesi del terzo Mondo o dove la guerra porta via tutto insieme alle proprie bombe, ma è tangibile anche in mezzo a noi e troppo spesso trascurata.

Save the Children e Monti
Basti pensare che in Italia, il 22,6% dei bambini è a rischio povertà, quasi 1 su 4, con uno spread rispetto agli adulti dell’ 8,2%, uno dei più alti in Europa. I bambini più poveri sono quelli con un solo genitore, dove 1 su 3 è in povertà, e anche i figli di coppie giovani con la percentuale allarmante di un povero ogni due bambini.

Qui entra in gioco Save The Childrem con la Campagna attiva per tutto maggio “Ricordiamoci dell’infanzia” proprio in aiuto dei bambini italiani poveri, attraverso la foto di tre bambini che rappresentano il premier Monti e i Ministri Fornero e Passera da piccoli.

Inoltre, il 25 maggio a Roma è stato fatto un vero e proprio appello allo Stato, in contemporanea ad altre 13 città che hanno rpeso parte all'iniziativa. Non sono mancati i personaggi famosi che hanno appoggiato questa iniziativa.

save Children
Per aderire: www.ricordiamocidellinfanzia.it

Non rimane che fare un bel Mea Culpa, se pensiamo che questa nostra Italia molto spesso fa del bene alle altre nazioni, ai bisognosi di tutto il globo, ma ha lasciato da parte i bambini bisognosi nel proprio paese. Non può essere altrimenti se si pensa che questi dati sono ben visibili da molto tempo, tanto da arrivare ad essere ai primi posti della classifica europea sul rischio povertà minorile.

1 minore su 4 oggi, pari al 22,6% dei bambini che sono nel nostro paese, è a rischio povertà, ossia vive in famiglie con un reddito troppo basso per garantirgli ciò di cui avrebbe bisogno per un sano e pieno sviluppo psichico, fisico, intellettuale e sociale


Secondo i dati registrati vediamo che la crescita è stata esponenziale negli ultimi anni: sono aumentati i bambini a rischio del 3,3% rispetto al 2006, Se si pensa poi al caso di bambini figli di madri sole vediamo che l'incidenza di povertà sale al 28,5%, e nel caso in cui il capofamiglia abbia meno di 35 anni le percentuali sono fortissime: 1 figlio su 2 è a rischio povertà.

Le aree del paese a più alta incidenza di povertà sono il Sud e le Isole, che raggiungono rispettivamente quasi il 40% e il 44,7%.

Nonostante questi numeri e cosa assai più vergognosa, va detto che l’Italia è agli ultimi posti in Europa per finanziamenti a favore delle famiglie, infanzia e maternità con l’1,3% del Pil contro il 2,2% della media europea.

Mentre si parla tanto e giustamente dello spread fra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi mai si sente parlare di quest’altro spread che riguarda la povertà e in particolare, la povertà minorile. I dati ci dicono infatti che negli ultimi 15 anni, con un intensificarsi del fenomeno fra il 2006 e il 2010, la povertà ha colpito più di tutti e con crescente intensità i bambini”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.“Ciò significa che non è stato fatto il necessario per evitare questa terribile deriva che colpisce proprio coloro - i bambini e gli adolescenti - che rappresentano il presente e il futuro del paese. Basti pensare che fino ad oggi, non solo l’Italia non si è data obiettivi mirati circa la riduzione della povertà minorile, ma non esiste nessun piano di intervento al riguardo. Per questo abbiamo deciso di lanciare da oggi e per tutto il mese di maggio “Ricordiamoci dell’Infanzia”, una nuova campagna in aiuto all’infanzia a rischio in Italia che si rivolge prima di tutto al Governo ma intende coinvolgere anche singoli cittadini, imprese, il mondo della cultura e dell’informazione. Perché se ognuno di noi in ogni momento della propria attività ricordasse le speranze, i sogni, la sensibilità che aveva da bambino, agiremmo con più attenzione verso l’infanzia; saremmo migliori e il mondo sarebbe migliore. Abbiamo elaborato delle proposte concrete e sostenibili dal punto di vista finanziario, anche in tempi di crisi. Anzi, proprio perché c’è la crisi è indispensabile attivare subito un piano nazionale di lotta alla povertà minorile. Save the Children, dal canto suo, opera da anni in Italia a favore dell’infanzia e dal 2011 ha avviato un programma quinquennale che prevede il rafforzamento delle attività, con interventi nel settore della povertà minorile, della protezione dei minori a rischio di sfruttamento - come i minori stranieri non accompagnati -, dell’educazione e la scuola, dell’uso delle nuove tecnologie, della tutela dei minori nelle emergenze”.

Questo dato, insieme ai successivi è il risultato di un’elaborazione inedita dei dati della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane realizzata appositamente per Save the Children dai ricercatori Monica Montella e Franco Mostacci, esperti di analisi in campo socio-economico.

Se la povertà minorile dunque è costantemente aumentata negli anni, e molto più di quella degli adulti, dal 2006 al 2010, cioè in coincidenza con l’esplosione della crisi economica, è in notevole aumento anche l’intensità della povertà passata dal 28,1% del 2006 al 35,1% del 2010 (+7%), mentre nelle famiglie senza minori è cresciuta nello stesso arco di tempo di appena un punto e mezzo (dal 25,1% al 26,7%) e avrebbe conosciuto anzi una leggera flessione dal 2008 (-1,5%), documenta il dossier “Il paese di Pollicino”, diffuso da Save the Children in occasione del lancio della nuova campagna “Ricordiamoci dell’infanzia”.

vediamo nello specifico chi sono questi bambini: i piccoli con un solo genitore con il 28,5% degli under diciotto, sono i più esposti alla povertà e in queste famiglie l’intensità della povertà è maggiore di quasi 10 punti rispetto alle coppie con figli minori (43,6% contro 34,4%), con un aumento del 15% rispetto a quindici anni fa e di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2006, secondo il dossier di Save the Children.

Ma se l'incidenza della povertà nelle famiglie con minori è in media del 21,5%, il dato vola al 47,8% nel caso di coppie con meno di 35 anni con figli. questo è il risultato del nuovo mondo lavorativo, dove il capofamiglia sotto i 35 anni può avere ad esempio un contratto di lavoro precario.

Situazioni che fanno ben capire la riluttanza a mettere su famiglia anche in caso di maternità desiderata.

Bisogna poi dire che la povertà minorile cresce con il crescere del numero dei minori presenti in famiglia. Famiglie numerose hanno ancora una forte incidenza soprattutto nel sud Italia e nelle Isole.

Ma cos'è la povertà nella nostra bella Italia? Parliamo di famiglie che non riescono a dare ai propri figli la giusta alimentazione perché ha difficoltà a fare un pasto adeguato ogni due giorni. Famiglie che soffrono anche per le deprivazioni materiali e che non possono permettersi le strutture e reti di aiuto.

Incredibile pensare come ci siano bambini che non possono mangiare bene tutti i giorni, contro poi la crescità dell'obesità infantile nella Penisola.

Save the Children propone l’introduzione di una “golden rule sull’infanzia”, ovvero la definizione di criteri in base ai quali le spese destinate all'infanzia e alle famiglie vengano scomputate dal calcolo dell'indebitamento del paese.

Uniamoci tutti e nonostante la crisi dobbiamo farci forte nell'aiuto verso i più indifesi, i bambini che devono avere il diritto di vivere dignitosamente.



 

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