Scuola: l'Italia in ritardo sulle tecnologie digitali
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 06 Marzo 2013 15:29 Stampa
bimbo genioL'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha bocciato l'Italia sulle dotazioni multimediali e l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Ict) nella scuola. Su queste ultime, siamo in ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi: nel 2011 solo il 30% degli studenti italiani di terza media utilizzava le Ict come strumento di apprendimento durante le lezioni di scienze.

La media è invece del 48% in altri Paesi dell'Ocse, lo svela l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nello studio sul Piano nazionale italiano per la Scuola Digitale, presentato oggi a Roma al Ministero dell'Istruzione. Secondo l'Ocse il Piano, lanciato nel 2007 dal Miur, usa le sue poche risorse finanziarie per attuare una visione realistica e ambiziosa dell'innovazione.

bambino con zaino
Le scarse risorse del Piano hanno limitato l'efficacia delle sue diverse iniziative, soprattutto a causa della mancanza di risorse più che di una scarsa domanda da parte delle scuole e degli insegnanti. Per questo motivo la presenza delle dotazioni tecnologiche nelle classi è ancora molto bassa.

Nel suo dossier l'Ocse ricorda che sulle dotazioni multimediali e sulle Ict il Piano italiano per la Scuola Digitale ha stanziato 30 milioni di euro all'anno per 4 anni, cioè meno dello 0,1% della spesa pubblica per l'istruzione (meno di 5 euro per studente di scuola primaria e secondaria all'anno).

Una condizione necessaria al successo del Piano così com'è attualmente configurato è un importante aumento delle risorse attraverso finanziamenti pubblici o privati. Considerando le attuali restrizioni di bilancio, è difficile prevedere un aumento delle risorse, e il rapporto propone di riconsiderare alcuni aspetti del Piano.

Questo è necessario per raggiungere due obiettivi: accelerare l'integrazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle scuole e nelle classi e creare una Rete di Laboratori per l'Innovazione. Con questi laboratori alcune scuole pilota potranno sperimentare e concepire nuove pratiche didattiche e organizzative per migliorare il sistema scolastico italiano, reindirizzando i progetti di innovazione sull'iniziativa scuol@ 2.0.

Ci sono "numerosi punti di forza" nel Piano Nazionale italiano per la Scuola Digitale, ma i tempi di realizzazione sono ancora troppo lunghi. La prima critica alla scuola italiana è quindi la lentezza con la quale sono state diffuse le tecnologie digitali.

L'Italia è particolarmente lenta nella diffusione delle tecnologie digitali nella scuola, al punto che con l'attuale tasso di diffusione sarebbero necessari altri 15 anni per raggiungere i livelli di diffusione delle tecnologie digitali registrati, ad esempio, in Gran Bretagna (dove l'80% delle classi possiede strumenti didattici, informatici e digitali). Nel nostro paese c'e' una media di 6 pc per ogni 100 studenti contro quella Ue di 16.
 

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