La scuola materna Ugo Bartolomei di Roma abolisce la festa del papà per una bimba con due mamme, è polemica
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Lunedì 18 Marzo 2013 14:48 Stampa
BambinaPer non ferire una bimba con due mamme, le maestre della scuola materna Ugo Bartolomei di Roma, avevano pensato a una "Festa della famiglia" in sostituzione della Festa del papà. Questo pensando al bene della piccola e per tenere presenti le esigenze di tutti.

La Festa del papà è sfociata in polemica: la scelta della scuola materna che, per non discriminare una bambina con due mamme, dopo aver consultato una psicologa del Comune, ha chiesto all'équipe educativa di non festeggiare la festa di domani, 19, marzo sostituendola con una più inclusiva "festa delle famiglie".


Genitori Gay
La proposta delle maestre ha scatenato le reazioni di alcuni genitori, che hanno scritto al municipio II e al Comune, chiedendo che strano tipo di atteggiamento politically correct e tolleranza sia quello in cui, per non "discriminare" un bambino, si finisca per discriminarne 30, sottraendo loro un momento a cui avrebbero diritto.

I genitori domandano poi che tipo di pedagogia sia quella portata avanti, che si basa sul nascondere un principio naturale e una verità meravigliosa e profonda come quella che ogni bambino nasce dall'amore e dall'unione di una mamma ed un papà.

L'Amministrazione, ha risposto prontamente, mediante l'Assessore alla Famiglia Gigi De Palo. In una lettera inviata oggi a direttori e insegnanti delle materne comunali, invita a non far prevalere l'ideologia sul buon senso. La lettera continua affermando che non è giusto privare gli altri bimbi della festa del papà.

Secondo l'Assessore, le maestre avrebbero potuto far preparare a quella bimba un lavoretto per le mamme o per una persona speciale, come lo zio o il nonno, senza che gli altri dovessero rinunciare a una ricorrenza.

Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, in una nota sottolinea che quello che è importante non è la polemica fine a se stessa, ma il bene della bambina in questione.

Quanti altri bambini in Italia vivono senza avere accanto i propri genitori? Ci sono infatti i bambini orfani o figli di genitori separati, anche per loro bisognerebbe non vivere questa festa.

La festa del papà, secondo Ciccarelli, è la celebrazione e il riconoscimento di un ruolo, quello genitoriale del padre, oggi difficilissimo ed importantissimo. Inoltre è la festa che celebra chi dà la vita e chi se ne prende cura negli anni, una ricorrenza educativa per tutti i bambini, senza alcuna distinzione. Anche se oggi questo bambino vive una condizione diversa da quella di tanti suoi compagni, domani potrebbe esser padre anche lui, gioire di questo riconoscimento e insegnare ai propri figli il rispetto del ruolo educativo del genitore.

Secondo Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza non è giusto parlare di discriminazione, aggiunge che bisogna essere vicini alla sensibilità dei bambini. In una circostanza simile, chi ha due mamme o chi ha perso il papà può rimanerci molto male, sentirsi escluso, emarginato.

La festa del papà è un'invenzione recente, risponde in gran parte a esigenze commerciali e visto che oggi esistono famiglie monogenitoriali, adottive, separate e ricomposte, a parere dell'esperta è molto più logico fare la festa della famiglia.

Esistono, secondo Ferraris, momenti e luoghi più opportuni per parlare ai bambini dei principi naturali, e della verità della vita che nasce dall'unione tra uomo e donna.

L'esperta continua dicendo che la cosa importante è mettere al centro il benessere dei bambini, che accettano la loro situazione quando è serena, e si sentono invece molto a disagio quando pensano di essere sfortunati: festeggiare il papà per quelli che non ce li hanno è il rinnovo di un dolore. Questo non deve essere ignorato: a scuola si vive in comunità, e occorre tenere presenti le esigenze di tutti.

Giuseppina La Delfa, presidente delle famiglie Arcobaleno spiega che i genitori omosessuali sono madri o padri e non hanno nessuna preclusione a festeggiare i papà e le mamme, le nonne e i nonni. Bisogna rimettersi in discussione, gli insegnanti hanno il dovere di tutelare i piccoli e stimolare i loro orizzonti, senza creare differenze e pregiudizi.

Che la famiglia sia etero o meno, bisogna misurarsi con le esigenze dei bambini. Le famiglie omogenitoriali sono un realtà: sempre più famiglie con genitori gay, e forse, come avviene già in altri Paesi, bisogna rivedere il linguaggio, le abitudini, aprirsi a nuove coesistenze, nel rispetto di tutti.
 
 

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