Crisi: si risparmia anche sul cibo dei bambini
Bambini - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Martedì 23 Aprile 2013 09:45 Stampa
BambinaIn questo periodo di crisi, le famiglie risparmiano anche su omogeneizzati, latte artificiale, ciucci, creme e prodotti per i bambini. Questo non succedeva dal dopoguerra: le mamme italiane cominciano a risparmiare anche sui prodotti per i bambini da 0 a 36 mesi, i cosiddetti "Baby product" (prodotti alimentari, per la nutrizione e per la pulizia del bambino).  
 
I dati emergono dal 1° Rapporto annuale sui comportamenti d'acquisto nella maternità, realizzato da Marketing Management, Istituto di ricerche statistiche e sondaggi di opinione, effettuato sul Panel MaterCom. Sono state intervistate 2000 mamme di tutta Italia con figli da 0 a 36 mesi o in stato interessante.
 
Mamma Bambino
Il Rapporto è stato presentato all'Università IULM di Milano. Nel 2012 il valore del mercato dei Baby product  è  circa 2 miliardi di euro e le mamme italiane hanno ridotto gli acquisti per i figli più piccoli del 4,3% rispetto al 2011.
 
Per questo, il settore ha registrato un calo pari a 89,3 milioni di euro.  Incide maggiormente il comparto alimentare come latte artificiale, omogeneizzati, biscotti, formaggini e yogurt fresco con il 62% del valore totale. 
 
A seguire i prodotti per la pulizia del bambino (come salviette detergenti, olio, prodotti per il bagnetto, shampoo, latte detergente, etc.) per il 13%. Il risparmio sui prodotti per la nutrizione (succhietti, biberon, tettarelle, sterilizzatori, frullatori, bavaglini, etc.) risulta pari al 25% del valore totale.  
 
Il latte artificiale è tra i prodotti che hanno subito un maggiore calo d'acquisto (23,7 milioni di euro in meno rispetto al 2011). Le mamme italiane lo vedono come un prodotto facilmente sostituibile con il latte materno o con il latte a lunga conservazione. 
 
Gli omogeneizzati hanno avuto una flessione rispetto al 2011 è del 9,3% (- 20 milioni di euro) e i biscotti il cui calo si attesta intorno al 9,3% pari a 11,5 milioni di euro in meno rispetto al 2011. 
 
Le modalità di risparmio sono diverse da prodotto a prodotto ma,  è stato possibile individuare le più frequenti strategie di risparmio. Queste sono rappresentate dalla riduzione dei consumi, l'incremento del ricorso agli acquisti promozionali, il maggior utilizzo delle piccole marche, il ricorso all'utilizzo dei prodotti per adulti anche per i più piccoli, l'incremento dell'acquisto di Private Label. 
 
Per Private Label si intende si intende prodotti o servizi realizzati o forniti da società terze (fornitore di marca industriale o terzista vera e propria) e venduti con il marchio della società che vende/offre il prodotto/servizio (Distributore). 
 
Nel passato erano anche chiamati "white label" (etichette bianche) in quanto la marca offerta da Sainsbury (catena di supermercati inglese) era appunto un'etichetta bianca su cui era scritto il semplice nome del prodotto.
 
Questo tipo di prodotti, non avendo la componente del costo di marketing tipico dell'industria di marca, permette al distributore di incassare margini più alti, rispetto agli analoghi prodotti di marca, e al consumatore di portare a casa un prodotto di qualità assimilabile a quella di marca a costi più contenuti.
 
 Le famiglie italiane, per risparmiare, riducono i livelli di consumo. Sul valore complessivo della contrazione dei Baby Product rispetto al 2011, ben 26,3 milioni di euro sono imputabili alla contrazione della quantità di prodotti acquistati. 
 
Da un lato si cerca di rinviare il più possibile acquisti superflui (come la sostituzione del biberon o del ciuccio) e dall'altro ridurre lo spreco, utilizzando la minor quantità di prodotto possibile (ad es. utilizzo di un minor numero di salviette detergenti, di prodotti per il bagnetto, di creme e oli, fino alla riduzione del numero di cambi del pannolino).
 
Attraverso la ricerca di sconti e offerte promozionali, le famiglie italiane hanno risparmiato 23,6 milioni di euro rispetto al 2011, dei quali solo 7,3 milioni sono imputabili al comparto alimentare, i restanti 16,3 provengono dai comparti Pulizia e Nutrizione. 
 
Confrontando i dati del 2011 con il 2012 si osserva come i livelli di fedeltà al Brand si stiano riducendo e contestualmente stia aumentando la capacità delle piccole marche di aggredire il mercato. 
 
Attraverso le piccole marche,  le famiglie italiane hanno potuto risparmiare nel 2012 circa 8 milioni di euro rispetto all'anno precedente. L'esigenza di abbandonare le marche famose a favore di quelle più economiche è trasversale al reddito familiare. 
 
Nel 2012 i prodotti dedicati agli adulti hanno rappresentato circa il 27% degli acquisti complessivi relativi ai consumi dei bambini fra 0 e 36 mesi d’età, per un valore stimato di circa 537,8 milioni di euro. 
 
Il fenomeno è in crescita rispetto al 2011 e il peso è risultato più elevato nell'ambito del comparto alimentare e mediamente più contenuto nel caso dei prodotti no-food.  
 
 

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