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Bullismo: combatterlo insegnando al bambino a controllare le emozioni
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Lunedì 24 Giugno 2013 10:43    PDF Stampa E-mail
BullismoIl bullismo e la violenza sono la conseguenza di una educazione carente a livello dei sentimenti e della relazione da parte della famiglia. Tra i 9 e i 10 anni, l'attenzione dei genitori è sempre più concentrata sui desideri materiali e non sul sostegno e sull’educazione a gestire le proprie emozioni e le relazioni.
 
Infatti accade spesso che per esorcizzare le proprie paure e la propria debolezza, i bambini scelgano la prepotenza. Educare i genitori ad educare è fondamentale per prevenire il bullismo. 
 
Bullismo

Sono utili a questo scopo anche i programmi a scuola, se aiutano a far capire che il bullo in realtà è un debole. Le ttività di gruppo, come musica, ballo e giochi di squadra possono ridurre il fenomeno del bullismo. 
 
A spiegarlo è Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo presso l'Università Sapienza. Secondo l'esperta, molti genitori si preoccupano maggiormente delle necessità materiali dei figli invece di insegnare loro ad esprimere le proprie emozioni e a farlo in maniera non violenta. 
 
Bisogna insegnare al bambino a controllare le emozioni, e a parlare di ciò che gli succede, come spiega l'esperta, la famiglia deve educare i figli anche alle emozioni, anche ai sentimenti. 
 
Molti genitori si preoccupano e si danno pena perchè il bambino abbia lo zainetto alla moda o il telefonino, ma non si preoccupano che il ragazzino esprima le proprie emozioni e soprattutto che lo faccia in maniera non violenta, quando è arrabbiato, quando ha paura. 
 
Via via che i bambini crescono, è necessario che i piccoli riescano a controllare le emozioni, a parlare di ciò che gli succede: più si parla delle emozioni più se ne stempera la forza, se non se ne parla, se non si imparano le parole per esprimere le emozioni si finisce per esprimersi a livello fisico. 
 
I genitori sono spesso distratti, hanno poco tempo e lasciano i bambini a lungo davanti alla tv e ai giochi elettronici. Oliveri Ferraris spiega che sullo schermo, i ragazzini vedono immagini e scene di violenza che sono portati a sperimentare se non hanno nessun filtro dell’adulto.
 
In alcune famiglie si trasmette una cultura macista, che spinge non solo a difendersi ma anche ad attaccare, la scuola deve fare la sua parte con programmi contro il bullismo.
 
Si può parlare in gruppo di questi episodi e far trovare le soluzioni ai ragazzi stessi. Gli insegnanti possono fare molto se aiutano a far capire che in realtà il bullo non è il forte, ma è una persona debole che ha bisogno di sentirsi forte a spese di un altro. 
 
Per i bambini la forza è solo quella fisica, ma la scuola può insegnare loro che esistono altre forme di forza, che non si vedono ma sono molto più importanti. Ad esempio la forza di non lasciarsi andare, la forza di trattenersi quando si vorrebbe insultare o dare un pugno, la forza di aiutare gli altri. 
 
Far capire che esistono forme di forza più evolute rispetto a quella fisica è compito sia della famiglia che della scuola.  L'esperta continua spiegando che ci sono anche strumenti pratici che si sono rivelati particolarmente utili nella prevenzione: si è visto che quando i bambini fanno scuola di musica in orchestra o band il bullismo diminuisce notevolmente. 
 
Questo perché i ragazzi devono coordinarsi per eseguire un pezzo, così come è utile lo sport di squadra e le attività in cui serve raggiungere un obiettivo comune e per farlo ci si deve coordinare e rispettarsi. 
 
In Sud America esistono programmi volti a recuperare bambini di strada, con la creazioni di scuole di musica, come in Venezuela, dove si sono formati anche grandi musicisti con questi progetti. A New York, ogni anno, ci sono iniziative nelle scuole elementari per balli di gruppo. 
 
La danza ha delle regole e presuppone il rispetto degli spazi degli altri per fare insieme qualcosa di piacevole, conclude Oliverio Ferraris.  
 
 

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