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Parte oggi la Settimana Mondiale dell’Allattamento al seno
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Martedì 01 Ottobre 2013 15:33    PDF Stampa E-mail
allatam logoPrende il via oggi, martedì 1 ottobre, la Settimana Mondiale dell’Allattamento al Seno: l’obiettivo di questa settimana, fatta di incontri e momenti di informazione, è quello di puntare l’attenzione sull'importanza di questa pratica.
 
Nel mondo, meno della metà dei bambini di età inferiore ai 6 mesi beneficia di questa pratica e nel 2012 solo il 39% dei bambini di età inferiore ai 6 mesi è stato allattato esclusivamente al seno. L’allattamento al seno fin dal primo giorno di vita riduce il rischio di mortalità neonatale fino al 45% e nei Paesi poveri, i bambini che sono stati allattati esclusivamente al seno hanno 14 volte più probabilità di sopravvivere durante i primi 6 mesi di vita rispetto agli altri bambini. 
 
Allattamento al seno

L’allattamento al seno è importante inoltre per lo sviluppo delle abilità dei bambini nell’apprendimento e aiuta a prevenire l’obesità e altre malattie croniche nel corso della vita. Il latte materno è il modo normale di alimentare i neonati e i bambini piccoli.

Questo possiede tutti i nutrienti necessari nella prima fase della loro vita e contiene sostanze in grado di proteggerli da infezioni e a favorirne il corretto sviluppo.

Il latte materno non è un semplice alimento, ma un tessuto vivo che modifica nel tempo la sua formula adattandosi alle esigenze del bambino, è sempre pronto, sempre fresco e sempre alla temperatura giusta.

Per tutte queste ragioni, le autorità sanitarie nazionali e internazionali consigliano alla mamme di allattare al seno il proprio bambino per i primi sei mesi di vita (26 settimane), senza aggiungere nessun altro alimento (neanche l’acqua) e di proseguire l’allattamento oltre il 6° mese compiuto, introducendo alimenti adeguati al bisogno del bambino.
 
L’allattamento al seno ha molti vantaggi: è uno straordinario investimento nella salute del proprio piccolo, grazie alle sue proprietà è in grado di favorire un corretto sviluppo del bambino e proteggerlo da molte malattie.

In particolare, molti studi scientifici hanno dimostrato che l’allattamento al seno contribuisce a una migliore conformazione della bocca, riduce la probabilità che il bambino si ammali di gastroenteriti e, nei casi in cui è ne colpito, contribuisce ad abbreviarne la durata, protegge dalle infezioni (polmonite, otiti, infezioni urinarie, infezioni da Haemophilus influenzae), riduce le probabilità di sviluppare allergie nel corso della vita, migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio.

Il latte materno migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni, protegge da malattie croniche come il diabete tipo 1, la colite ulcerativa e la malattia di Crohn, riduce il rischio che il bambino si ammali di diabete di tipo 2 e obesità nel corso dell’adolescenza e la vita adulta.

Tuttavia, non è solo il bimbo a godere dei benefici dell’allattamento, anche la mamma ha notevoli vantaggi nell’allattare al seno il proprio piccolo: accelera la ripresa dal parto e il ritorno dell’utero alla conformazione e alle dimensioni normali, riduce la perdita di sangue, contribuendo così a mantenere un corretto bilancio del ferro, prolunga il periodo di infertilità dopo il parto, favorisce la perdita di peso e il recupero del peso forma dopo la gravidanza, riduce il rischio di cancro della mammella prima della menopausa e il cancro dell’ovaie e riduce il rischio di osteoporosi.

Per godere al massimo di questi benefici è però necessario allattare il bambino fino ai 6 mesi compiuti, integrando gradualmente la dieta con altri alimenti e proseguendo l’allattamento materno fino a quando la mamma e il bambino lo desiderano, anche oltre i due anni.

Ci sono alcune abitudini da evitare perché possono influenzare negativamente l’allattamento al seno: il fumo di sigarette (può ridurre la produzione di latte e fa sicuramente male alla mamma e a chi le sta vicino, aumenta il rischio di malattie respiratorie e di morte improvvisa in culla), vanno evitati gli alcolici (l’alcool passa liberamente nel latte e può causare sonnolenza e disturbi dell’alimentazione nel poppante).

Se l’allattamento esclusivo è saldamente avviato, non c’è bisogno di intervenire con altri liquidi o alimenti.

La diffusione dell’allattamento al seno potrebbe evitare ogni anno nel mondo la morte di 1,4 milioni di bambini e nell’ambito della Settimana mondiale dell’allattamemto al seno, che si concluderà lunedì prossimo, l'Università degli Studi e il Collegio ostetriche di Brescia e provincia, nell’ambito del Corso di laurea in Ostetricia, ha promosso un seminario dal titolo "Allattamento al seno: le ostetriche vicino alle mamme". Il seminario si svolgerà dopodomani, giovedì, dalle 9 alle 14 alla facoltà di Medicina in via Branze 11.
 
Questa settimana è stata preceduta da importanti prese di posizione da parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e altri organismi internazionali sulla necessità di scoraggiare l’allattamento artificiale. Vi sono state richieste esplicite alle ditte produttrici di non praticare sconti, porre sulla scatola la scritta sulla superiorità del latte materno, con un invito agli organismi pubblici a vigilare che non vi siano forme di pubblicità e di persuasione poco corrette.

Gli sforzi degli organismi internazionali sono dedicati soprattutto ai Paesi poveri con l’obiettivo di giungere entro dieci anni al 50% di mamme che allattano. Se così avvenisse si salverebbero circa 250.000 bambini all’anno.

Anche in Italia occorre respingere una tendenza che punta alla sostituzione facile del latte materno. Tutti gli esperti sostengono che poche sono le donne che sarebbero prive di latte e però spesso di fronte alle difficoltà iniziali di allattare al seno della madre, negli stessi ospedali, ci si affretta a dare subito poppate con latte artificiale, precludendo così la possibilità di allattare.

L’allattamento al seno crea poi un intenso legame fra madre e figlio e aumenta il senso di sicurezza nel bambino e dovrebbe essere continuato fino a che fa piacere sia alla madre che al piccolo.

La maggior parte dei neonati richiede la poppata ogni 3-4 ore, ma presto le poppate tenderanno a distanziarsi fino a stabilizzarsi su un ritmo regolare. Non bisogna preoccuparsi riguardo al quantitativo di latte che occorre al piccolo perché prenderà da solo quello che gli occorre.

 

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