I bimbi che pasticciano con la pappa imparano a parlare prima
Bambini - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Martedì 03 Dicembre 2013 14:14 Stampa
BIMBO mangia logoI bambini che pasticciano con la pappa sono più abili ad apprendere il vocabolario, meglio lasciarli fare, piuttosto che evitare che si sporchino: meno ordine significa una crescita migliore e lo sostengono i ricercatori della University of Iowa con un esperimento, pubblicato su "Developmental science".
 
Lo studio è stato condotto su un gruppo di bambini di 16 mesi, ai piccoli, seduti al loro seggiolone, sono stati dati 14 differenti tipi di cibi non solidi (pappe, succhi di frutta, budini e zuppe) associando ai cibi nomi o semplici sillabe, i risultati hanno dimostrato che i bambini più pasticcioni pronunciavano in modo più corretto le parole rispetto ai bimbi più ordinati e docili 
 
Bambino mangia

Più i piccoli facevano pasticci e più dimostravano abilità ad apprendere il significato delle parole impartite loro dai ricercatori.
 
Larissa Samuelson, docente di psicologia alla università dello Iowa, coautrice delle ricerca, spiega che l'esperimento dimostra come l'esperienza diretta, effettuata in un ambiente familiare (il loro seggiolone) migliori lo sviluppo cognitivo dei bambini.
 
La sperimentazione è una parte molto importante nella vita del bambino e serve per imparare, questa passa anche attraverso il cibo.
 
Controllare eccessivamente il momento del pasto è sbagliato e può perfino indurre il bambino ad avere un rapporto sbagliato col cibo, mon permettere che il piccolo si sporchi e che faccia pasticci con la pappa non lo aiuta a crescere bene, il bambino deve esplorare il mondo.
 
Naturalmente lasciarli liberi non significa non controllare: il criterio generale è libertà purché non si facciano male, quindi anche in alimentazione impieghiamo solo cibi sani e corretti per la loro età, e sotto l'occhio vigile degli adulti. 
 
Un'altra ricerca mostra che se all'inizio dello svezzamento si lascia che i bambini mangino da soli pasticciando con il cibo, senza paura di macchie e guai vari, si è visto che imparano a gustare di più quello che hanno nel piatto, ad amare alimenti più sani e a saziarsi prima rispetto ai piccoli ai quali il cibo, ridotto a pappe e purea, viene dato con il cucchiaino dalle mamme.
 
Townsend e Pitchford hanno condotto la loro ricerca chiedendo ai genitori di rispondere a un dettagliato questionario sulle modalità di svezzamento e le preferenze alimentari dei figli. 
 
I ricercatori hanno osservato che nella maggioranza dei casi i genitori facevano istintivamente le scelte che si sono poi rivelate giuste, lasciando che i piccoli si nutrissero da soli, con cibi adatti a loro, ma non ridotti in purea. 
 
Questo ha comportato molti vantaggi: i bambini cui era consentito di far tutto da soli, di sporcarsi e di mangiare anche cibi solidi, da grandicelli rivelavano una preferenza per alimenti come pane, pasta, riso. 
 
Quelli che venivano imboccati dai genitori con pappine varie amavano soprattutto i gusti dolci, nonostante la loro dieta fosse mediamente più varia e composta con migliori mix di verdura, frutta, carboidrati e proteine. Inoltre i piccoli che mangiavano da soli sono risultati, negli anni successivi, meno soggetti a sovrappeso e obesità. 
 
Questa differenza, questa, non spiegata dal peso alla nascita, da fattori socioeconomici o dall'eventuale obesità dei genitori (tutti elementi che contano per l'indice di massa corporea dei bambini, ma che nella ricerca sono stati "scontati" come possibili fattori di confusione).
 
Secondo i ricercatori, le modalità di svezzamento avevano avuto un ruolo non secondario. Lasciar pasticciare i bambini con il cibo è molto utile fin dal periodo delle pappe: mettere le mani nel piatto proprio e in quello dei "grandi" è un istinto naturale da non reprimere. 
 
Sperimentare e "giocare" con i cibi è il modo migliore per far sì che si instauri un rapporto sano ed equilibrato nei confronti del l'alimentazione.
 
Per il bambino, poter masticare un pezzetto di carne gli consente di apprezzarne la consistenza, lo stesso alimento ridotto in purea non ha il medesimo effetto sul senso di sazietà, sul gusto, sulla gratificazione. 
 
Apprezzare appieno i cibi comporta di solito una minor tendenza ad abbuffarsi che viene acquisita una volta per tutte. Lasciare che il bimbo mangi da solo è importante perché acquisisca anche autonomia.
 
Fonte: BMJ Open
 
 

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