"Baby illusion": la mamma tenda a vedere il figlio minore come il "piccolo di casa" anche quando è adulto
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 18 Dicembre 2013 13:59 Stampa
BambinoI figli più piccoli sono da sempre i "cocchi di mamma", i "cuccioli di casa" e ora arriva anche la spiegazione scientifica: le madri percepiscono i figli minori come più bassi e corporalmente minuti di quanto non lo siano in realtà, l'illusione svanisce nel momento in cui in casa arriva un nuovo bimbo da accudire.
 
La teoria è stata realizzata da gruppo di ricercatori della Swinburne University of Technology in Australia e pubblicata su "Current Biology", quando arriva un secondo, terzo o quarto figlio, i genitori hanno la sensazione che gli altri siano diventati grandi di colpo e dedicano la maggior parte delle proprie energie nell’accudimento dell’ultimo arrivato.
 
Famiglia

Questo non è dovuto soltanto al fatto che il figlio maggiore sembra molto più grande rispetto al neonato, come spiega Jordy Kaufman, tra gli autori dello studio, ma perché fino a quel momento i genitori hanno vissuto l'illusione che il primo figlio fosse più basso di quanto non sia in realtà. 
 
Questo fenomeno si chiama "baby illusion": la mamma tende a vedere il figlio minore come fisicamente più piccolo rispetto al maggiore, anche quando tale differenza fisica a conti fatti non sussiste, o è comunque minima. 
 
Quando nasce il nuovo bambino, il primogenito appare finalmente nelle sue dimensioni reali. La ricerca ha delle fondamenta solide e reali: è stato chiesto a 747 madri se, alla nascita del secondogenito, avessero avvertito una repentina crescita nella corporatura del figlio più grande. 
 
Il 70% delle risposte è stato positivo, dal punto di vista evolutivo questo presenta una motivazione molto valida, cioè che la madre protegge istintivamente il figlio che ne ha più bisogno, inquadrando gli altri come più evoluti e in grado di cavarsela da soli.
 
Questo particolare fenomeno sarebbe, secondo gli esperti, dovuto al fatto che inconsciamente la madre desidera che l'ultimo figlio possa non crescere mai, e tale desiderio la porta a non riuscire a percepirne l'effettiva crescita.
 
Non possiamo fidarci delle nostre percezioni, spiega Kaufman, in questo caso, la ricerca dimostra che i nostri sentimenti e la conoscenza dei nostri figli influenzano il modo in cui li percepiamo. 
 
Questa errata percezione può effettivamente rendere più facile distinguere rapidamente il proprio figlio minore dagli altri bambini, conclude Kaufman.

 

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