Allarme SIPPS: con il maltempo gli adolescenti passano troppo tempo al PC
Bambini - Articoli
Scritto da Eva Forte     Mercoledì 29 Gennaio 2014 13:28 Stampa
Nintendo DSi Black
 
La cosa vale un po' per tutti, ma di sicuro bambini e ragazzi risentono dell'inverno soprattutto perchè questo periodo dell'anno offre meno possibilità di svago, principalmente all'aria aperta. Freddo, pioggia e malanni vari ci costringono spesso a casa e cosa frequente, davanti alla televisione, acl computer o con telefonino, tablet e giochi elettronici vari in mano.

Proprio in queste giornate i navigatori prendono poi d'assalto i socila network e così le nuove generazioni si ritrovano a navigare in Rete tra Facebook, chat, Twitter e chi più ne ha più ne metta, mettendo da parte attività sportive e da fare all'aria aperta. Una nuova forma di dipendenza, chiamata Retromania, come da allarme lanciato dalla SIIPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) che ricalca la IAD, ossia la Internet Addiction Disorder.

Dipendenza da videogiochi
 
Sono almeno tre i fattori che scatenano la retomania – spiega il Dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS: le psicopatologie predisponenti, i comportamenti a rischio e le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete. Nelle psicopatologie predisponenti, Internet rappresenta un vero e proprio rifugio per quanti hanno già una stabilità emotiva precaria, soffrono di depressione, disturbi bipolari o ossessivi-compulsivi. La Rete diventa, di fatto, il luogo in cui ricercare amici o relazioni sentimentali e che consente il superamento delle relazioni della vita reale. Per comportamento a rischio si parla, ovviamente, di un abuso delle informazioni disponibili in Rete, con intere giornate passate davanti allo schermo di un pc, trascurando la vita reale. Tutto questo si somma alle potenzialità psicopatologiche della Rete: dalla capacità di indurre sensazioni di onnipotenza (vincere le distanze ed il tempo) fino ad arrivare al cambiamento della personalità e dell’identità."
 
Basta confini, limiti e lo spazio non esiste più dentro Internet. Una cosa bella se usata nel modo corretto, ma ci troviamo comunque di fronte a un mondo irreale dove è facile modificare età, professione e anche il proprio sesso. 

Basti pensare a quanto emerso da “Pronti, Partenza, Via!”, progetto per la pratica motoria e l’educazione alimentare di bambini e adolescenti promosso da Save the Children e Mondelēz International Foundation e in partnership con Centro Sportivo Italiano (CSI) e Unione Italiana Sport Per tutti (UISP). La ricerca, che coinvolge bambini e genitori, sottolinea, tra l’altro, come 1 minore su 4 non faccia moto e sport nel tempo libero, nel 28% dei casi (+13%) per difficoltà economiche; 4 ragazzi su 10 si muovono in auto, pochi (24%) a piedi, ancora meno (9%) in bici; il 73% sta in casa nel tempo libero; diffuso ma in flessione, comprende 7 minori su 10, il consumo quotidiano di frutta e verdura, mentre il 9% non fa colazione ed è ancora di 9 famiglie su 10 con figli l’abitudine di sedersi a tavola.

Altri studi mostrano inoltre come la Dipendenza da Internet tra gli adolescenti sia un grave problema di salute pubblica in tutto il mondo. Per esempio, da uno studio condotto negli Stati Uniti emerge una prevalenza dell’1,0%, mentre da una ricerca condotta in Europa emerge una prevalenza del 9,0% e da studi condotti in Asia i dati variano dal 2,0% al 18,0%. “Non c’è dubbio – afferma il Dott. Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano e componente SIPPS - che la dipendenza da internet sia diventata un problema di salute pubblica grave in tutto il mondo, soprattutto tra gli adolescenti.

La I.A.D. può determinare una serie di conseguenze sociali e sanitarie negative: dal basso rendimento scolastico allo scarso rapporto con la propria persona, fino all’ansia e alla depressione. Il compito di noi pediatri è dunque quello di proteggere i ragazzi dai pericoli e dall’abuso della rete. Ma in pericolo ci sono anche gli adulti, che a causa del troppo tempo passato a navigare trascurano le relazioni sociali ed il lavoro e modificano in modo dannoso il sonno e le proprie abitudini alimentari.

Dalla rete-dipendenza si può comunque guarire. “In particolare – conclude Salari - bisogna limitare ad una/due ore la quantità di tempo trascorso quotidianamente on line; integrare le attività in Rete con quelle reali simili come acquisti, svaghi o relazioni sociali; mai sostituire la socializzazione reale a quella virtuale; chiedere un aiuto competente qualora si avvertisse una necessità incontrollabile di collegarsi al web”.



 

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