Domani sarà la Giornata del Multilinguismo: bambini stranieri a rischio per disturbi del linguaggio
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 05 Marzo 2014 10:09 Stampa
bambiniI bambini stranieri in Italia sono circa 300 mila e hanno tra i 6 e i 12 anni di età, secondo i logopedisti, almeno 20mila avrebbero bisogno di aiuto: spesso hanno un disturbo del linguaggio che viene scambiato per una semplice difficoltà ad apprendere la nuova lingua e non viene dato il necessario peso al problema. 
 
Domani, 6 marzo si celebrerà la "Giornata europea della Logopedia" che è dedicata al multilinguismo, la Federazione italiana dei logopedisti organizza una settimana di informazioni, con numero verde, email, web, opuscoli e una locandina digitale da condividere sui social network.  
 
Bambini Stranieri

Tiziana Rossetto, presidente della Federazione, spiega  che i disturbi del linguaggio, in Italia colpiscono circa il 3% della popolazione (con punte del 7% nei bambini tra i 2 e i 6 anni), hanno dei campanelli d’allarme e si può “allenare” la capacità linguistica dei nostri figli.
 
Il rischio di soffrire di disturbi del linguaggio è più alto per i bambini stranieri, questo a causa della peculiare situazione di bilinguismo in cui crescono. L'allarme è stato lanciato dalla Federazione Logopedisti Italiani (FLI), in occasione della Giornata europea della logopedia, con lo slogan “Per tutte le lingue del mondo”. 
 
Il multilinguismo riguarda soprattutto i figli degli immigrati e le seconde generazioni, coinvolgendo in particolare i bambini (830mila alunni stranieri secondo gli ultimi dati del Miur). 
 
La FLI presenta delle linee guida per specialisti e famiglie per facilitare la gestione delle due lingue (la lingua madre, lingua del cuore, e la lingua acquisita) da parte dei più piccoli, evitando così il rischio di isolamento a scuola.
 
Spesso i disturbi dei più piccoli vengono scambiati solamente per difficoltà ad apprendere la nuova lingua, con la conseguenza che non viene dato troppo peso al problema.
 
Tiziana Rossetto, presidente della FLI, spiega che il compito dei logopedisti nel seguire i piccoli con difficoltà nel linguaggio dovrebbe essere quello di dare sempre il giusto valore alla lingua madre della famiglia d’origine, che va mantenuta per le relazioni affettive e l’educazione, ma dovranno anche potenziare le caratteristiche delle lingua appresa secondariamente, che determinerà l’inserimento nella società.
 
Il disturbo del linguaggio sopravviene, soprattutto, per la mancanza di un intervento rieducativo, il mancato intervento crea altre conseguenze, come spiega la Federazione dei Logopedisti.
 
Basta la presenza di un piccolo disturbo per creare enormi difficoltà di gestione del linguaggio e conseguente isolamento sociale all'asilo e a scuola e quindi nella vita successiva: lo sottolineano  i logopedisti, che offriranno  attraverso il proprio sito Internet materiale informativo tradotto in varie lingue.
 
Il materiale sarà a disposizione di professionisti, operatori scolastici, famiglie e comunità straniere presenti in Italia.
 
Fenomeni come il passare da una lingua all'altra o il restare a lungo in silenzio in classe, sono normali nel bambino bilingue e non devono far sospettare un disturbo del linguaggio. 
 
Di solito servono 2 anni di permanenza in un Paese per raggiungere una buona capacità conversazionale, ma se dopo 6 mesi di permanenza in Italia, il bambino non è per niente in grado di esprimersi in italiano, è necessario un approfondimento e prestare attenzione innanzi tutto a come il bambino parla nella sua lingua madre. 
 
Difficoltà nel fare questo richiedono un'attenzione immediata e la valutazione logopedica. 
 
Approfondimenti: Sito FLI

 

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