La sindrome da primavera colpisce soprattutto donne e bambini
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Giovedì 10 Aprile 2014 16:13 Stampa
bambiniFinalmente è arrivata la primavera, le mamme possono passeggiare con i propri bambini e giocare all’aria aperta, le giornate sono più lunghe, grazie anche all’ora legale che, da ormai una decina di giorni, ci ha regalato sessanta minuti di luce in più di cui godere. 
 
Capita però di soffrire di un fastidioso malessere diffuso, non identificabile con un disturbo in particolare, ma con ansia e irritabilità o stanchezza ed apatia: la chiamano “sindrome di primavera” e ad esserne maggiormente colpiti sono le donne e i bambini.
 
mamma con bambina

I loro organismi sono più fragili di quello degli uomini adulti, soffrono per questo del cambio di stagione, legato essenzialmente all’aumentare della quantità di luce: irritabilità, aggressività, ansia, minore concentrazione sono i sintomi più comuni, con conseguente difficoltà a prendere sonno che genera, specialmente nei bambini, stanchezza ed apatia nelle ore diurne quando invece ci si aspetterebbe una maggiore attività e voglia di giocare all’aria aperta.
 
Con i bambini bisogna avere pazienza, se si stancano facilmente e il pomeriggio non hanno voglia di andare a quel corso pomeridiano o correre e scatenarsi nel parco, lasciamoli pure rilassare.
 
Possiamo aiutarli con una sana alimentazione: evitare i cibi grassi e proporre invece frutta e verdura di stagione, ricche di vitamine e minerali.
 
Bisogna anche assicurarsi che dormano bene la notte perchè i disturbi legati all’arrivo della bella stagione dipendono anche dalle lancette, che abbiamo spostato all’indietro. 
 
L’orologio biologico è quindi sballato, come avviene con il jet lag, specialmente nei primi giorni dall’adozione della nuova ora legale. Tra i responsabili principali della sindrome, in particolare, i repentini sbalzi di temperatura caldo-freddo e il maggiori numero di ore di luce.
 
Questo ultimo in particolare, sembra incidere fortemente sullo stato di stanchezza e apatia che colpisce molti bimbi in questa stagione.
 
L'organismo deve adattarsi ai nuovi ritmi e ha bisogno di tempo per farlo, l'importante, per quanto possibile, è cercare di assecondarlo.
  
Se durante il giorno il piccolo appare stanco e affaticato, non obbligatelo a frequentare eventuali corsi pomeridiani. Lasciate che abbia il tempo necessario per riposarsi.
 
La notizia positiva è che gli esperti assicurano che tale scombussolamento si risolve solitamente in una, al massimo due settimane. 
 
Se invece i bambini faticano ancora a prendere sonno, provate a metterli a letto un'ora più tardi del solito orario (che poi andrebbe di fatto a coincidere con questo) per poi procedere gradualmente, quindici-venti minuti a sera, a ripristinare le vecchie abitudini. 
 
 

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