Portardo i bambini all'aria aperta anche in inverno si ammalano meno
Bambini - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Mercoledì 04 Febbraio 2015 11:04 Stampa
Bimbo NeveSpesso, con la neve e il freddo pungente i genitori  non fanno uscire di casa, neanche per brevi passeggiate all’aria aperta i propri figli, per paura è quella di farli ammalare, ma i pediatri consigliano il contrario: chiusi in casa d'inverno, per evitare malattie e contagi è sbagliato, all’aria aperta i bambini corrono molto meno rischi infettivi di quando si trovano in locali chiusi. 
 
Lo sostiene anche Susanna Esposito, direttore della UOC Pediatria 1 Clinica della Fondazione Policlinico di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), con l’arrivo delle temperature fredde, i genitori hanno paura di lasciare i figli all’aria aperta, perché temono per la loro salute.
 
Bambino neve

Se ben coperti e portati fuori nelle ore centrali della giornata, hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi di quante ne hanno se rimangono a lungo in luoghi poco areati, i contatti ravvicinati con altri bambini o, più in generale, con i soggetti malati, sono una delle principali modalità di trasmissione delle malattie infettive.
 
I bambini devono essere però coperti un poco di più di quanto si vesta una persona adulta: nei primi anni di vita, hanno minori capacità di termoregolazione, per evitare i “malanni di stagione”, quando si è fuori casa, la prima forma di prevenzione è utilizzare un abbigliamento adeguato.
 
Non si deve mai dimenticare di far indossare cappello, sciarpa e guanti ai propri figli, se le temperature si abbassano, coprire orecchie e gola al fine di evitare otiti e bronchioliti, molto frequenti in questa stagione e se gli indumenti si bagnano giocando nella neve o sciando, vanno asciugati accuratamente.
 
Oltre a questi accorgimenti, per evitare influenze e raffreddori, i pediatri della SITIP raccomandano di: arieggiare almeno una o due volte al giorno gli ambienti chiusi, evitare contatti con soggetti malati (inclusi parenti anche di età adulta con sintomi respiratori modesti), non esporre i bambini a fumo passivo, privilegiare, nei bambini con meno di tre anni di età, vacanze in luoghi con clima relativamente mite (mare, campagna, collina), coprire adeguatamente i bambini che vanno in vacanza in montagna e cambiarli qualora si bagnassero a contatto con la neve.
 
Il sistema immunitario ha bisogno di essere stimolato per crescere bene e, piaccia o no, le malattie sono un fatto assolutamente normale durante lo sviluppo del bambino.
 
Le malattie che si manifestano con il raffreddore e la febbre sono spesso legate ad un problema infettivo, ovvero che un germe, un virus o un batterio che sia, entra nell’organismo e lo infastidisce. 
 
Questi germi si trasmettono da una persona a un’altra attraverso le goccioline di saliva che ognuno emette quando respira o parla e che restano in sospensione nell’aria. Il famoso “colpo d’aria” o “di vento” o “di freddo” quindi non fa venire la febbre, il raffreddore o la bronchite, anzi, la probabilità di respirare le goccioline infette è molto più alta in un ambiente piccolo, poco areato dove respirano più persone e dove magari c’è il riscaldamento.
 
Così come non è il freddo, il vento o l’acqua che fanno venire l’otite, in quanto l’unica causa che lo scatena è il catarro causato dai virus, mettere il cappello terrà caldo il capo, eviterà che persone sensibili all’umidità possano sviluppare cefalea, ma non eviteranno il raffreddore né tantomeno l’otite.
 
 

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