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Morbilllo nei bambini uccide più dell'Hiv e incidenti stradali
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 04 Marzo 2015 14:39    PDF Stampa E-mail
vaccino1Il morbillo può uccidere (solo nel 2013 ha causato 82 mila morti), e uccide di più di quanto facciano hiv o incidenti stradali nei bambini al di sotto dei cinque anni, i dati vengono da un'analisi del Washington Post realizzata a partire dai dati del Global Burden of Disease study pubblicato su "Lancet". 
 
L'analisi colloca il morbillo al settimo posto tra le cause responsabili della morte dei bambini sotto i cinque anni, dopo infezioni respiratorie, malaria, diarrea, carenze nutrizionali, difetti congeniti e meningite.
 
morbillo

Tutto questo accade ancora oggi, come ricorda l'Organizzazione mondiale della Sanità, malgrado ci sia un vaccino sicuro ed efficace, che ha mostrato di aver cambiato la storia di questa malattia.
 
Nel 2013 il morbillo ha causato 145 mila vittime, circa 400 al giorno, di cui oltre la metà sono purtroppo bambini, nel 2000 erano oltre 544 mila, in 13 anni la vaccinazione contro il morbillo ne ha diminuito la mortalità del 75% ed ha evitato la oltre 15 milioni di vittime.
 
I numeri mostrano quanto sia importante continuare a scegliere la vaccinazione come arma di difesa dalla malattia, anche per il mondo occidentale, lo dimostra la paura per il ritorno del morbillo negli Usa, dove la malattia era stata dichiarata eliminata nel 2000, e l’epidemia tedesca, che è costata la vita anche a un bambino. 
 
Serve soprattutto a portare e garantire la vaccinazione contro il morbillo nei paesi in via di sviluppo, dove le morti tra i bambini per la malattia sono oltre 200 al giorno, e dove, in alcuni regioni, il tasso di mortalità raggiunge il 10%.
 
Il morbillo è una malattia considerata poco pericolosa, tanto che sono molti i genitori che non fanno più vaccinare i loro piccoli contro la malattia esantematica tipica dell'infanzia.
 
I dati potrebbero risultare più contenuti se si ricorresse maggiormente all'uso dei vaccini contro il morbillo, che nei paesi occidentali ha subito un netto calo, proprio perché la malattia, grazie alla vaccinazione e all'immunizzazione di massa, non è più stata fonte di preoccupazione. 
 
Negli Usa fece scalpore il caso di Disneyland, con una vera e propria epidemia nata da un solo caso di bambino affetto, che ha provocato moltissimi contagi tra i visitatori della struttura.
 
Gli esperti spiegano però che nonostante i notevoli miglioramenti i progressi verso la totale eliminazione della malattia non sono omogenei nel mondo, per questo motivo il morbillo continua a essere una minaccia globale. 
 
Ancora oggi cinque delle 6 regioni dell'Oms hanno ancora epidemie e Africa, Mediterraneo orientale ed Europa non riusciranno a raggiungere gli obiettivi di eradicazione previsti.
 
Il bambino di un anno e mezzo morto a Berlino all'inizio del 2015 ha riacceso le polemiche sull'obbligatorietà delle vaccinazioni, in pochi mesi nella città ci sono stati ben 574 casi di morbillo. 
 
Nel nostro Paese la situazione non è migliore: nei primi 10 mesi del 2014 i casi di morbillo registrati sono stati quasi 1700. 
 
In Italia, una delle regioni più colpite dal morbillo è la Sardegna, un incidenza di casi talmente alta da mettere in allarme l'Organizzazione mondiale della Sanità. 
 
Il morbillo viene spesso sottovalutato ma è una malattia causata da un virus a lenta evoluzione che può provocare danni al sistema nervoso centrale. 
 
Stando alle statistiche il morbillo uccide fra i due e i tre pazienti ogni mille, divenendo particolarmente rischiosa per gli adulti sopra i 20 e i bambini sotto i 5 anni. 
 
Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento Medicina Pediatrica dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, spiega che queste morti si potrebbero evitare semplicemente facendo il vaccino.
 
Tra le complicanze più diffuse, un caso su 300, c'è poi la polmonite, l'errore che fanno molte persone è quello di pensare che la vaccinazione è un qualcosa di individuale, ci si dimentica però che viviamo in una comunità e la vaccinazione ha una valenza sociale.
 
Decidendo di non vaccinarci, o non vaccinando i nostri figli, mettiamo in serio pericolo anche quei bambini che non possono essere protetti col vaccino a causa di particolari situazioni (per esempio allergie a farmaci, altre patologie o condizioni di salute che rendono il vaccino potenzialmente pericoloso, ecc.).
 
 

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