Obbligo di vaccinazione per iscriversi a scuola, il Ministero della Salute prepara l’ordinanza
Bambini - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Venerdì 16 Ottobre 2015 16:32 Stampa
vaccino1Una petizione, l’altro ieri, con più di 16mila firme, ha chiesto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di rendere obbligatorie le vaccinazioni per chi va a scuola.
 
Oggi la risposta del Ministero, per bocca del Direttore Generale alla Prevenzione Ranieri Guerra, che ha confermato che si sta pensando a un’ordinanza per condizionare l’iscrizione a scuola all’avvenuta vaccinazione. 
 
Vaccino bambino

In questo momento le vaccinazioni sono sotto la “soglia-rischio” del 95%, lo Stato ha quindi il dovere di proteggere la comunità scolastica, se non sei garantito dalla vaccinazione, non entri. 
 
Questo provvedimento, per il momento allo studio, non è il solo che il Ministero ha in mente per garantire un’informazione corretta sulle vaccinazioni, che continuano ad essere ritenute uno dei pilastri della sanità pubblica.  
 
Inoltre, nei confronti dei molti medici che vi si dicono contrari e che sconsigliano alle famiglie di vaccinare i figli, il Ministero sta pensando a possibili iniziative e provvedimenti disciplinari. 
 
Ne stanno parlando con i sindacati dei medici, ha spiegato Guerra e hanno constatato reazioni positive: il medico che parla male di una pratica raccomandata dal Servizio Sanitario da cui dipende è un medico infedele. 
 
Nei suoi confronti si potrebbe pensare anche alla sospensione della convenzione, quanto alla divulgazione di informazioni corrette, il Ministero sta pensando a una presenza pervasiva nelle scuole, per comunicare una cultura della salute e recuperare questa consapevolezza nelle giovani generazioni. 
 
Il resto verrà fissato dal Piano Vaccinale, di cui si sta discutendo in questi giorni al Ministero, insieme all’Istituto Superiore di Sanità e al Consiglio Superiore di Sanità, che per bocca dei rispettivi presidenti, Walter Ricciardi e Roberta Siliquini, hanno anticipato 10 principi guida.
 
Ci saranno dei punti innovativi quali "etica e formazione", col primo si stabilisce che la diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile. 
 
Nel secondo punto si decide che la vaccinologia faccia parte dei corsi universitari e venga inserita anche fra gli obiettivi della formazione continua per tutta l’area sanitaria. 
 
Sulla reintrodurre dell’obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le Scuole dell’obbligo se ne è discusso anche ieri fra gli assessori regionali alla Sanità, riuniti a Roma e contemporaneamente il deputato Filippo Crimì (Pd), ha presentato una proposta di legge che va nella stessa direzione. 
 
L'ipotesi è che il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, che si sta scrivendo in questi giorni, e che costerà 200 milioni in più rispetto al passato, proprio per la introduzione di nuove vaccinazioni, introduca anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di vaccinazioni.
 
Che a scuola sia presentato il libretto vaccinale è già previsto nel piano vaccinale attuale, messo a punto nel 2012 dal Ministero della Salute. 
 
Finora però, anche se non in regola con i vaccini obbligatori, i bambini venivano ugualmente iscritti e ammessi alla frequenza, il diritto all’accesso agli studi è costituzionale, così come lo è il diritto alla salute. 
 
Se c’è un bambino immunodepresso il compagno di banco prende una malattia infettiva, è giusto che venga tutelato.
 
I pediatri chiedono un sistema vaccinale unico, nazionale, moderno, aggiornato, superando il federalismo vaccinale, illogico, irrazionale e che produce sprechi enormi: è scritto in una lettera firmata dall’Associazione culturale pediatri (Acp) e inviata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 
 
Sul tema è stata avviata una petizione tra gli operatori sanitari, che ha già raccolto oltre 1.600 adesioni solo sul passaparola. 
 
Il federalismo vaccinale incentiva pensieri su interessi diversi da quello della salute (allontanando i cittadini dalle vaccinazioni), vanifica tentativi di verifica e controllo impedendo una attenta politica di prevenzione, produce sprechi enormi con la moltiplicazione di commissioni, gare di appalto, obiettivi differenti, e offende l’epidemiologia. 
 
Ci sono vaccini diversi per le stesse malattie nelle diverse regioni, come se gli agenti infettivi riconoscessero e rispettassero le frontiere regionali. 
 
Per l’Acp serve un sistema vaccinale unico attento all’introduzione di nuovi vaccini e al controllo della situazione epidemiologica, alla qualità percepita del servizio fornito, alla verifica dei risultati reali, alle segnalazioni degli effetti avversi, alla armonizzazione delle campagne vaccinali, alla formazione di personale specializzato, alla proposta di un uguale calendario per tutti. 
 
I pediatri vogliono quindi una guida unica che assicuri uniformità a standard ottimali su tutto il territorio nazionale, che garantisca valutazioni adeguate di sicurezza, efficacia e sostenibilità a un giusto prezzo.
 
In Italia sono obbligatorie per tutti i nuovi nati le vaccinazioni contro difterite, tetano, poliomielite, epatite B. Oltre alle quattro vaccinazioni obbligatorie, il Ministero della salute raccomanda le vaccinazioni per prevenire: pertosse, meningite (attraverso i vaccini contro l’haemophilus influenzae tipo B, lo pneumococco e il meningococco C), morbillo, parotite, rosolia, varicella, infezione da papillomavirus.
 
 
 

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