Fra un frutto fresco e lo stesso frutto spremuto c'è una differenza. “Nel caso del succo – illustra Elvira Verduci, pediatria dell'Università degli Studi di Milano – la fibra presente nel frutto si perde quasi completamente e l'assunzione degli zuccheri è più concentrata, dato che non è mediata da questo componente”. Anche fra i succhi vi sono poi delle differenze. Esistono diversi preparati liquidi a base di frutta, prosegue la ricercatrice, con o senza zuccheri aggiunti, sulla cui etichettatura esiste una legislazione ben precisa. I succhi sono definiti ufficialmente come un prodotto ottenuto dalla frutta fresca, dunque al 100% senza zuccheri aggiunti, conservanti e aromi. Queste bibite non contengono zuccheri aggiuntima contengono comunque i cosiddetti zuccheri liberi, come glucosio e fruttosio naturalmente presenti nella frutta, o anche nel miele. Ad un'altra categoria appartengono i nettari, a base di succo e purea a cui viene aggiunta acqua ed eventualmente zucchero. E poi vi sono le bevande, che non rientrano in nessuna di queste classificazioni e generalmente non sono al 100% frutta.
Attenzione agli eccessi. Anche gli zuccheri liberi vanno a contribuire alla quota energetica giornaliera. “L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un'assunzione di zuccheri giornaliera non superiore al 10% dell'apporto energetico quotidiano e, se possibile, non superiore al 5%”, spiega Verduci. “Questa percentuale include tutti gli zuccheri e non soltanto quelli liberi assunti tramite i succhi di frutta: per queste ragioni è importante limitare queste bibite”. Uno studio su Pediatrics ha trovato nei bambini un'associazione fra il consumo quotidiano di più di circa 340 ml di succo, quasi due bicchieri di plastica, e l'obesità. Tuttavia, tale risultato non è univoco negli studi, anche a causa delle differenti definizioni di succo e bevanda citate – dove quello al 100% è generalmente più salutare degli altri preparati.

Quanto succo al giorno? L'allattamento al seno deve costituire l'unica fonte di alimentazione nei bebè fino circa a sei mesi, come sottolinea l'Aap e, laddove non possibile, l'allattamento materno deve essere sostituito con opportune formule per neonati. Anche dai 6 mesi ad un anno di età il consumo di succhi è sconsigliato, salvo diversa indicazione del medico. In seguito si dovrebbe comunque prediligere la frutta fresca. Nei bambini da uno a tre anni, l'assunzione dovrebbe essere limitata a una quantità di circa 110 ml (millilitri) al giorno – meno di un bicchiere di plastica classico da 200 ml –, dai 4 ai 6 anni al massimo fra i 110 e i 170 ml circa, mentre nei ragazzi dai 7 ai 18 anni non più di circa 225 ml, pari a poco più di un bicchiere. Insomma, come sempre nell'alimentazione, anche per i succhi di frutta, l'importante è non eccedere nelle quantità ed escluderli nei bambini molto piccoli

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© Riproduzione riservata10 giugno 2017