Bambino difficile: meglio fare qualche passo indietro!
Bambini - Tata
Scritto da Adriana Cantisani     Lunedì 18 Gennaio 2010 13:25 Stampa
Tata Adriana CantisaniCara tata Adriana,sono una ragazza madre di 27 anni e ho un figlio di 3 anni e mezzo, vivo con la mia famiglia.

Mio figlio è molto vivace e comanda lui, eravamo riusciti ad insegnarli almeno a dire quando aveva bisogno si fare la pipì, ora sono diversi giorni che si fa tutto addosso, sta creando dei seri problemi anche alle maestre a scuola che non riescono a gestirlo, visto che non parla ancora bene, siamo in serie difficoltà ci da un consiglio per favore, grazie dell'attenzione. Paola


Tata Adriana Cantisani

Cara Paola,

forse il tuo bambino non era ancora veramente pronto. Non c’è niente di male nel fare a volte qualche passo indietro! A scuola deve stare senza pannolino? Parlane con le maestre per trovare una strategia che eviti di farlo sentire mortificato: forse è proprio un segnale di disagio e non riuscendo ad esprimerlo con le parole, lo esprime con il corpo. Sta passando una fase di cambiamento? Ha iniziato la scuola materna, con diverse abitudini e routine? Prova a dedicargli del tempo in modo esclusivo per cogliere le sue eventuali ansie e vedrai che affrontando i cambiamenti gradualmente le cose si sistemeranno.

Nel frattempo, come già fatto anche per altre risposte di mamme alle prese con la stessa situazione, ti suggerisco alcuni segnali che ti possono aiutare a capire quando il tuo bambino è pronto ad iniziare a togliere in pannolino (ricorda che ogni bimbo ha i suoi tempi per tutto):
• È preparato fisicamente e intellettualmente, vale a dire che ha acquisito il controllo di vescica e intestino, e un buon sviluppo motorio e linguistico:
o rimane quindi asciutto per almeno 2 ore di seguito durante il giorno;
o é asciutto anche dopo il pisolino;
o é regolare nell'andare di corpo (alcuni bimbi vanno anche più volte al giorno, altri ogni due giorni, l'importante è la regolarità);
o ha una certa autonomia nel "prepararsi" per il vasino (sa tirarsi i pantaloni giù ecc.);
o sa parlare per comunicare i suoi bisogni.
• E’ preparato emotivamente:
o dimostra di voler sentirsi "grande" (vuole fare da solo e comunica di voler usare le mutandine invece del pannolino);
o vuole collaborare (cosa difficilmente possibile durante la fase dei terrible twos- i terribili due- e dei "no");
o non gli piace il pannolino sporco o bagnato (e parliamo ancora di pannolino e non di mutande).

Ecco invece alcune strategie che possono dimostrarsi utili:
• Resta calma: ogni bambino è diverso e ha tempi diversi.
• Sii di esempio: i bambini imitano e puoi fargli vedere tu come si fa la prossima volta che vai in bagno!
• Usa un linguaggio semplice quando gli spieghi quello che accade.
• Aiuta il bambino a riconoscere il momento in cui fa la cacca o la pipì (alcuni possono smettere di giocare, altri diventano rossi o spingono ecc.).
• Leggete un libro che riguardi per esempio il vasino, il wc o la cacca.
• Vestilo con un abbigliamento comodo e facile da rimettere.
• Non rimanere sul vasino più di 5 minuti, dopodiché dagli tanti abbracci e coccole anche se non ha fatto niente: infondo ci ha provato! E’ molto normale che due secondi dopo si sporchino: non è una sfida, è solo che i segnali sono arrivati, ma sono stati "capiti" in ritardo.
• Ci vuole tempo, pazienza e tanto amore.
• Non umiliare mai il bambino se si sporca e non arrabbiarti.
• Attenzione nel tirare l'acqua, perché possono esserci reazioni diverse: ad alcuni piace (salutano la cacca "ciao cacca!"), altri invece si spaventano. Non fatelo quando il bimbo è ancora seduto, perché alcuni temono che insieme alla cacca verranno risucchiati anche loro. Vanno rassicurati che solo la carta e la cacca se ne vanno giù.
• Le bimbe vanno pulite seguendo la direzione da davanti verso dietro per motivi di igiene.
• Bisogna sempre insegnare di lavarsi le mani dopo essere andati in bagno. Diamo il buon esempio!.

Trovate un linguaggio comune per esprimere questa necessità…capita di fare dei passi avanti, e ogni tanto qualcuno indietro…ma poi si cresce comunque. Coraggio!

Un abbraccio,

adri

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