Consumare troppi insaccati aumenta i rischi di mortalità per malattie cardiovascolari o tumori
Benessere - Alimentazione
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 13 Marzo 2013 08:57 Stampa
salameMangiare troppi insaccati o carne lavorata causa un rischio maggiore di morte per problemi cardiovascolari o tumori: lo dimostra uno studio coordinato dall'Università di Zurigo e pubblicato su Bmc Medicine. L'Associazione industriali carni e salumi precisa che il limite di 160 g di carni trasformate al giorno, sopra il quale i ricercatori avrebbero individuato un limitato rischio potenziale, è pari a più di 4 volte il consumo medio in Italia.

Lo studio si chiama "Una salsiccia al giorno è troppo" ed è stato condotto su 500 mila europei in 10 Paesi, nell'arco di 8 anni, ha messo in evidenza che i più grandi consumatori di insaccati all'interno del gruppo studiato avevano una probabilità maggiore del 44% di morire prematuramente rispetto a chi ne mangiava meno. Il campione ha un'età compresa tra i 35 e i 69 anni e proviene da dieci differenti stati dell'Europa. Dopo una prima analisi, sono state prese in esame le morti di circa 26.000 persone del campione originario.

Insaccati
I risultati hanno evidentemente mostrato come chi consuma un tasso elevato di insaccati e carni lavorate sia incorso, o possa incorrere, in un decesso prematuro. Nella carne rossa sono state introdotte le sotto categorie di carne bovina, suina, equina ed ovina. La carne bianca comprendeva invece pollame, anatra e coniglio, mentre la carne lavorata racchiudeva insaccati, tra i quali i prosciutti, salami, salsicce e pancette.

Alti livelli di consumi fanno aumentare il rischio di morte per problemi cardiaci del 72% e quella per tumori dell'11%, con il rischio totale che aumenta del 18% ogni 50 grammi consumati in più. Sabine Rohrmann, autore principale dello studio, in un comunicato spiega che se tutti si limitassero a 20 grammi al giorno di salumi, il 3% di tutte le morti premature potrebbe essere evitato.

Dal risultato della ricerca sono stati eliminati i possibili fattori confondenti, come la tendenza di chi mangia troppi insaccati ad avere altri comportamenti a rischio come il consumo di alcol. Secondo gli stessi dati monitorati nell'ambito del medesimo gruppo di ricerca, infatti, gli italiani mangiano in media tra 12,5 e 38 grammi di carni trasformate al giorno.

L'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione rileva una media di 30,7 grammi. L'Italia è (dopo la Grecia) il paese dove si consuma il minor quantitativo di carni trasformate (meno della metà rispetto alla Germania e oltre un terzo in meno rispetto a Danimarca, Svezia o Spagna).

Il consumo eccessivo di carne e insaccati farebbe aumentare del ben 72% il rischio di malattie cardiovascolari e dell'11% il rischio di cancro. Una conferma che però sembra non svelare nulla di nuovo. Molte volte la carne è stata messa sulla graticola da medici e nutrizionisti e l'abuso ne è stato sovente condannato.

Non è infatti un mistero che la carne, in particolare quella rossa, non giovi al corpo se consumata in abbondanti quantità. Questo nuovo studio conferma che il fattore di rischio principale è uno stile di vita scorretto, i consumatori possono continuare ad acquistare e consumare i salumi italiani, come sempre hanno fatto, all'interno di una dieta varia ed equilibrata.
 
 

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