Martedì 29 Giugno 2010 12:43
Era stata considerata finora una leggenda popolare, ma a dare valore scientifico alla teoria secondo cui il veleno degli insetti possa contrastare gli effetti dell'artrite è ora una ricerca dell'Università brasiliana di São Paulo di cui dà notizia il quotidiano inglese Daily Telegraph.Il veleno delle api può diminuire il dolore dovuto all'artrite e in qualche caso addirittura prevenire la malattia.
I ricercatori hanno testato le proprietà del veleno degli insetti su alcuni conigli suscettibili di artrite, dimostrando che questa non si presenta per l'azione di una molecola che stimola la risposta dell'organismo che combatte le infiammazioni.
Suzana Beatriz Verissimo de Mello, che ha coordinato la ricerca spiega che il veleno delle api e' un mix di diverse sostanze che inducono risposte immunitarie e allergiche negli uomini; questa sostanza viene usata da centinaia di anni per curare i sintomi dell'artrite.
Dalle ricerche emerge che a proteggere dall'artrite e' una sostanza che stimola i glucocorticoidi, che nell'uomo prevengono le infiammazioni.
Una cura a base di punture di api per l'artrite e' offerta da molti esperti di medicina alternativa, ma finora gli studi scientifici avevano mostrato solo un effetto placebo per questa terapia; i ricercatori brasiliani sono però convinti che il loro lavoro possa rappresentare la base di partenza per lo sviluppo di una nuova generazione di farmaci e di terapie.
Fonte: AGI
Suzana Beatriz Verissimo de Mello, che ha coordinato la ricerca spiega che il veleno delle api e' un mix di diverse sostanze che inducono risposte immunitarie e allergiche negli uomini; questa sostanza viene usata da centinaia di anni per curare i sintomi dell'artrite.
Dalle ricerche emerge che a proteggere dall'artrite e' una sostanza che stimola i glucocorticoidi, che nell'uomo prevengono le infiammazioni.
Una cura a base di punture di api per l'artrite e' offerta da molti esperti di medicina alternativa, ma finora gli studi scientifici avevano mostrato solo un effetto placebo per questa terapia; i ricercatori brasiliani sono però convinti che il loro lavoro possa rappresentare la base di partenza per lo sviluppo di una nuova generazione di farmaci e di terapie.
Fonte: AGI
