Allergia ai gatti? Gli scienziati spiegano il perché
Benessere - Articoli
Scritto da Maria Ida Longo     Martedì 15 Marzo 2011 15:32 Stampa
L'allergia al gattonon è data dal peloBelli, morbidi e coccoloni, sono i gatti che milioni di persone amano ma che spesso non possono ne tenere in casa ne accarezzare se ne incontrano uno perché soffrono di un allergia nei confronti del tenero felino: ci sono buone notizie però, infatti, uno studio della Nottingham university, pubblicato sul "Journal of biological chemistry" apre nuovi scenari per la cura delle allergie causate da questo animaletto.

Asma, occhi che lacrimano, naso che cola e prurito diffuso, sono questi i sintomi che da questa allergia: dalla ricerca è emerso che il responsabile sarebbe il "Fel-d-1", ovvero il principale allergene del felino che identificato dal mannosio (rm), causa queste fastidiose reazioni.

Milioni di persone soffrono di allergia al gatto
Secondo gli autori dello studio, Amir Ghaemmaghami e Luisa Martinez-Pomares, questo tipo di scoperta potrebbe essere molo utile in futuro, questo perché aiuta a far comprendere i meccanismi di difesa del nostro sistema immunitario, inoltre, fa capire come il corpo identifica gli allergeni e come reagisce alla loro presenza: proprio per questo motivo, potrebbe spianare la strada allo sviluppo di nuovi metodi di trattamento delle allergie.

Inoltre, gli scienziati spiegano che non è il pelo in sé che scatena la reazione allergica, ma le varie proteine contenute nella saliva, urina, nelle scaglie di pelle e nella dell'animale domestico: i gatti, ma anche i cani, non sudano, si leccano per lavarsi, la saliva si secca e insieme a residui di pelle, crea delle scaglie che contengono gli allergeni, vengono rilasciate nell'aria, respirate dall'uomo, causando quindi le reazioni allergiche.

Il consiglio che danno gli esperti a chi ha un animale domestico in casa, anche se non soffre di allergie, è comunque quello di lavarlo spesso e di mantenere sempre puliti gli spazi che usa sia per fare i bisogni che per riposare o mangiare.

Fonte: La Repubblica
 

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