Depressione: a rischio chi vive nelle grandi città
Benessere - Articoli
Scritto da Maria Ida Longo     Venerdì 08 Aprile 2011 14:11 Stampa
La depressione colpisce maggiormente che vive nelle metropoliLa depressione è il "male oscuro" che ogni anno miete sempre più vittime e a farne le spese sono in maggioranza le persone che vivono nelle grandi città: proprio per questo motivo ieri ed oggi un team di esperti si è riunito a nell'auditorium della Casa dell'Energia in piazza Po a Milano per discutere del rapporto tra l'ambiente, le condizioni sociali e la depressione e cercare di trovare una cura contro questa malattia.

Dai dati emerge che nelle grandi città si ammala il 4% degli uomini e il 9% delle donne, la vita nelle metropoli pare che sia insostenibile, a rischio sopratutto chi abita nei quartieri periferici, in case degradate, tra le cause il senso di insicurezza, la criminalità, la povertà.

La depressione colpisce maggiormente chi vive nelle grandi città
Mariano Bassi, primario di Psichiatria all'Ospedale Niguarda di Milano e organizzatore del convegno, spiega che l'ambiente ha enormi responsabilità in termini di disturbi mentali, i cosiddetti elementi costituzionali incidono per il 50% sulla depressione, mentre il restante 50% è legato al contesto in cui si vive.

Da un recente studio del dottor Bassi Milano è stata suddivisa in 88 zone, ognuna studiata in base a più fattori, presenza di aree verdi, servizi e luoghi di aggregazione: da questa ricerca è emerso che chi abita nei quartieri più poveri e deprivati della città ha un maggior rischio di cadere nella depressione, ovviamente per questi risultati, si è tenuto conto anche delle variabili individuali come fattori di rischio.

Questi risultati sono stati confermati anche da ulteriori studi eseguiti in alcune città degli Stati Uniti: questo ampio lavoro di ricerca ha permesso di poter prendere dei provvedimenti e infatti, l'obiettivo ultimo del congresso è lanciare interventi di prevenzione sul territorio, politiche di quartiere e creare sistemi urbanistici che prevedano più spazi verdi e maggiori centri di aggregazione.

Fonte: ANSA
 

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