E' innegabile che i numerosi e rapidi progressi della tecnologia portano a miglioramenti notevoli nella vita delle persone, perfino a svolte radicali nel combattere malattie prima sconosciute. Non sempre, però, ciò che è nuovo è in assoluto migliore del vecchio. Nello specifico, parliamo di pillola anticoncezionale.

Come noto a molti, questo farmaco per la contraccezione contiene due ormoni sessuali femminili: gli estrogeni e il progesterone. Quest'ultimo, nella nuova generazione della pillola, la terza, è presente in forma di drospirenone e sembra aumenti il rischio di coaguli nel sangue. A dirlo sono degli studi effettuati su due gruppi di donne. Queste ricerche, una americana dell'Università di Boston e una britannica, hanno dimostrato come la pillola di ultima generazione esponga ad un rischio tre volte maggiore rispetto a quello della "vecchia" pillola, il levonorgestrel.

I dati, pubblicati sul British Medical Journal, parlano di coaguli causati dalla nuova pillola in 30,8 donne su 100mila, contro le 12,5 tra quelle che assumono la vecchia. Altrettanto, lo studio britannico parla di 23 donne su 100mila per la nuova pillola e di 9,1 donne su 100mila per la vecchia. Dati diversi ma stesso rapporto.

Non c'è da allarmarsi troppo in seguito a questi dati: la sicurezza della pillola come contraccettivo resta altissima, e l'esiguità dei numeri non rende il rischio di portata generale. Ne vengoo tratti, però, due consigli: per i  medici, di valutare bene quale pillola prescrivere alle pazienti e, finchè problemi come questo non verranno risolti, preferire il caro vecchio levonorgestrel; per le donne che la richiedono o ne fanno uso, di verificare attentamente con il medico quale sia più adatta al proprio organismo, tenendo conto anche di altri fattori, quali il prezzo, i dolori mestruali, l'acne, ecc.