Un naso elettronico per misurare l'asma
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Scritto da Martina Paolucci     Mercoledì 04 Maggio 2011 09:00 Stampa
un naso elettronico per studiare l'asmaIn occasione della Giornata Mondiale dell'Asma che si è celebrata ieri, l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha annunciato l'avvio del progetto di ricerca a sostegno dei malati d'asma: un naso elettronico in grado di raccogliere, analizzare e disegnare una mappa delle molecole contenute nel respiro dei pazienti, nella speranza (e anche un po' di convinzione) che questo possa portare in futuro a terapie maggiormente personalizzabili e quindi più efficaci.

Il progetto coordinato dal professor Paolo Montuschi dell'Unità Operativa di Farmacologia dell'Università Cattolica, si inserisce all'interno di un progetto più ampio denominato U-Biopred, un progetto europeo che vede coinvolti 20 centri europei di ricerca (per l'Italia l'Università Cattolica e l'Università di Catania), 10 industrie farmaceutiche, 6 organizzazioni dei pazienti tra cui anche la Liaf-Onlus, Lega Italiana Antifumo, 3 piccole-medie imprese e una multinazionale non farmaceutica. Il consorzio U-Biopred ha vinto nell'edizione 2008 il premio Innovative Medicine Initiative (Imi) con il progetto "Comprensione dell'asma grave" all'interno del quale è inserita la ricerca sul naso elettronico.

un naso elettronico per misurare l'asma
L'asma, la malattia infiammatoria dei bronchi, affligge un 5-7% degli adulti italiani. Lo studio dell'Università Cattolica si rivolge principalmente ai malati di asma grave che, in Italia, sono 2 ogni 100mila abitanti. la ricerca che comincia oggi avrà una durata quinquennale, e si avvarrà di un gruppo di malati gravi che quindi soffrono di sintomi continui e non reagiscono alle normali terapie e, per controllo, di un gruppo di asmatici lievi e persone sane. Entrambi i gruppi verranno sottoposti a diversi esami, nell'intenzione di volerne confrontare i risultati. Oltre all'analisi del respiro attraverso il naso elettronico, verranno esaminati attraverso una spettroscopia in risonanza magnetica nucleare, alla misurazione del monossido di azoto presente nell'aria espirata (un'operazione non invasiva adottata per la prima volta al Policlino Gemelli), prove di funzionalità respiratoria, analisi dell'espettorato indotto e degli indicatori biochimici su più matrici biologiche.

Quello che ci si aspetta dalla ricerca è che, attraverso una mappatura completa del respiro, si arrivi ad un identikit molecolare utile nella scelta della terapia più idonea. Si confida nel "Respiroma", ossia l'insieme delle molecole presenti nel respiro, che nel confronto con quello dei pazienti meno gravi o sani dovrebbe fornire indicazione della gravità della malattia nel particolare paziente.
 

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