I cellulari non fanno male, anzi stimolano il cervello
Benessere - Articoli
Scritto da Martina Paolucci     Lunedì 27 Giugno 2011 10:20 Stampa
Il cellulare fa bene al cervelloQuante volte avete sentito dire che il cellulare fa male, che tenuto vicino al cuore crea problemi e che disturba il cervello a causa delle onde elettromagnetiche che emana, ormai saranno talmente tante che non sarete più in grado di contarle. Questa volta, invece, arrivano notizie a dir poco rivoluzionarie: per la prima volta i cellulari passano dal ruolo di cattivi a quello di eroi. Non solo non farebbero male, come tutti hanno finora sostenuto, ma sarebbero manna per la nostra mente, in quanto capaci di stimolarla e di migliorarne l'attività.

Questa scoperta crea confusione nell'ampissimo pubblico che non può fare a meno di utilizzarlo e che, fino a questo momento, si è anche sentito un po' in colpa ma impotente davanti alla forza di questo piccolo oggetto. La ricerca che, prima ed unica, sostiene l'utilità del cellulare non solo come mezzo di comunicazione ma anche di "stimolatore" del cervello è tutta italiana: gli studiosi che l'hanno presentata sono dell'Istituto di Neurologia dell'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma.

Il cellulare fa bene al cervello
Quello che sostengono i ricercatori italiani è che non bisogna lasciarsi prendere dal panico, ma soprattutto non bisogna preoccuparsi di questo nostro prezioso amico, che è in grado, addirittura, di aiutare e mantenere fervide le nostre funzioni cerebrali. L'utilizzo del cellulare, infatti, avrebbe un effetto benefico perchè elettrizza il cervello, potenziando l'attività cognitiva, migliorando i riflessi e abbassando i consumi energetici (di zuccheri) necessari al funzionamente della nostra mente.

Il ricercatore Paolo Maria Rossini, spiega che la vicinanza all'antenna stinola l'eccitabilità neuronale, dimostrata mediante test effettuati dagli studiosi. Si viene a modulare la frequenza delle onde a frequenze alfa del cervello e, addirittura, garantirebbe una protezione contro malattie come l'alzheimer. Arriveranno, probabilmente, versioni concordi e tante smentite, certo è che la speranza che i ricercatori abbiano scoperto la verità ci rende tutti un po' meno colpevoli.
 

Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno, accetti il servizio e gli stessi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information