A sostenerlo è un guppo di ricercatori guidato da Anil Lalwani, della School of Medicine dell'Università di New York. Secondo gli esperti, infatti, gli adolescenti che più respirano fumo passivo rischiano molto più dei proprio coetanei di riscontrare problemi di udito, soprattutto alla coclea, organo posto all'interno dell'orecchio.

La conclusione scaturisce dall'analisi condotta dai ricercatori su 1533 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 19 anni di età. Lo studio si è focalizzato sui fattori di rischio che portano alla perdita dell'udito neurosensoriale tra gli adolescenti, divisi secondo categorie demografiche. I ricercatori hanno indagato nella vita dei volontari chiedendo dello stato di salute e dell'anamnesi familiare, dell'esposizione al fumo e di eventuali problemi riscontrati in fase di ascolto.

I tester sono stati sottoposti tutti a un esame fisico con tanto di analisi del sangue per controllare il livello di cotinina, un metabolita della nicotina trasformata dal fegato, risultante dall'espposizione al fumo e, ovviamente, a test dell'udito. Come spiega Micheal Weitzman, membro del team americano di ricerca, “il calo dell’udito sarebbe dovuto a problemi nella circolazione sanguigna. ‘Si tratta del tipo di perdita dell’udito tipica degli anziani o dei bambini affetti da sordità congenita”.

Insomma, tra i ragazzi maggiormente esposti al fumo passivo si registravano più alti livelli di perdita dellì'udito a bassa e alta frequenza. Addirittura il livello sembra aumentare all'incremento della cotinina del sangue. Per questo, concludono i ricercatori, “per gli adolescenti che sono esposti a SHS potrebbe essere necessario un controllo più adeguato per la perdita dell’udito. Inoltre, gli adoloscenti dovrebbero essere istruiti sui fattori di rischio di perdita dell’udito, come l’SHS, oltre all’esposizione a forti rumori, per motivi ricreativi ( musica ad alto volume) o professionali”.