Novità all'orizzonte dal 44esimo Congresso dell'Easd, European Association for the Study of the Diabetes. L'apertura del congresso è stata caratterizzata dal lancio dell'allarme relativo a obesità e diabete che, secondo gli esperti, sembrano rappresentare le nuove epidemie da combattere. Un problema non insignificante che riguarda tutti e che dimostra l'importanza di una sana alimentazione, di un po' di attività fisica adeguata al proprio metabolismo e alla propria età e di una particolare attenzione ai disturbi legati al cibo.

A destare maggiore preoccupazione sono le persone in forte sovrappeso e i malati di diabete di tipo 2, il cui numero cresce di giorno in giorno. Secondo i partecipanti al congresso, però, l'attuale suddivisione delle manifestazioni del diabete (in tipo 1 e tipo 2) sarebbe insufficiente a coprire l'intera casistica della malattia.

Come spiega Stefano Del Prato, vice presidente della Società Europea di endocrinologia e presidente della Società Italiana Diabete (SID), attualmente esiste una commistione sempre maggiore tra i due tipi di diabete, il primo, quello insulino dipendente tipico dell'età giovanile e il secondo, quello che si manifesta solitamente dopo i 40 anni.

Per questo motivo i partecipanti del congresso si sono trovati di fronte al dibattito su un nuovo tipo di diabete, denominato "di tipo uno e mezzo" che si presenterebbe con le sembianze del diabete di tipo 2 nei giovani affetti da quello di primo tipo e, in numero decisamente minore di casi, con le vesti delle complicanze tipiche del tipo 1 nei soggetti adulti. Questo accade, infatti, per il 4% dei malati di diabete di tipo 2, mentre nell'altro caso sarebbero all'incirca 100mila italiani, il 30% dei malati di diabete di tipo 1, a combattere con i sintomi tipici del diabete adulto. Una situazione da non sottovalutare che può offrire nuovi spunti al progresso scientifico.