Nuova speranza per le persone affette da HIV
Benessere - Articoli
Scritto da Angela Messina     Giovedì 29 Settembre 2011 09:44 Stampa
vaccinoDa più di 20 anni i laboratori di tutto il mondo cercno di realizzare un vaccino in grado di prevenire o curare l’Aids. Varie volte sono stati fatti annunci importanti che poi però si sono rivelati deludenti, ma nonostante tutto la ricerca è andata avanti, seguendo due tipi di approcci: il primo è focalizzato sul controllo dell’infezione e il secondo sulla prevenzione e sull’eradicazione completa del virus.

Per quanto riguarda il primo approccio qualche passo in avanti si è fatto, poichè esistono circa una ventina di farmaci anti-retrovirali che riescono a tenere sotto controllo l’infezione, ma purtroppo, dopo un po' di tempo in cui il farmaco viene usato, si sviluppa una resistenza e il farmaco non agisce più come prima. Il secondo approccio riguarda la creazione di un vaccino per eradicare il virus. È in questa categoria che rientra il MVA-B spagnolo, ancora in una fase di sperimentazione molto preliminare. Il team di investigatori spagnoli ha infatti annunciato ieri i primi risultati di un vaccino che è riuscito a indurre una risposta immune contro la malattia nel 90% dei casi. Non solo: gli effetti durano almeno un anno nell’85% dei casi e non hanno causato problemi collaterali tali da compromettere la salute dei volontari a cui è stato inoculato.

sperimentato vaccino contro hiv con buoni successi
Il farmaco agisce sul sottotipo B dell’Hiv, quello prevalente in Europa e negli Stati Uniti, ed è frutto di una jointventure tra il Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (Csic) e gli ospedali Gregorio Marañon di Madrid e Clinic di Barcellona. I risultati, appena pubblicati sulle prestigiose riviste Journal of Virology e Vaccine, sono stati ottenuti nella Fase 1 della ricerca su 30 volontari sani, 24 dei quali hanno ricevuto per via intramuscolare il vaccino in 3 dosi, mentre gli altri 6 sono stati trattati con placebi. Le cavie sono state seguite per 48 settimane.

I test, 32 settimane dopo l'ultima inoculazione del vaccino, mostrano che la produzione di linfociti T CD4 + e CD8 + del gruppo di vaccinati e' del 38,5% e 69,2% rispettivamente, mentre rimane a 0% nel gruppo placebo. Ma non basta: per essere veramente efficace, un vaccino deve lasciare nell'organismo una memoria del nuovo virus da combattere, per far sì che i linfociti prodotti continuino negli anni a combattere contro il loro personale nemico.

Dopo un anno l'85% dei pazienti ha dimostrato proprio questo, cioè la conservazione della risposta immunitaria. "Il vaccino non è in grado di sradicare il virus ma,- spiega Esteban- lo tiene sotto controllo, e rende il sistema immunitario pronto ad attaccare e disattivare l'infezione, distruggendo le cellule infette. Se questo cocktail genetico passerà alle Fasi II e III, in futuro l'HIV potrebbe essere paragonato al virus dell'herpes, non sarebbe piu' una malattia potenzialmente letale ma una piccola infezione cronica".
 

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