Parlare da soli fa bene al cervello
Benessere - Articoli
Scritto da Angela Messina     Venerdì 27 Aprile 2012 09:15 Stampa
cervelloSicuramente ci è capitato qualche volta  di parlottare da soli ad alta voce o di incontrare delle persone che lo facessero., ebbene ciò non è sintomo di insanità mentale, al contrario parlare fra sé e sé serve a incentivare le proprie risorse cognitive e a focalizzare l'attenzione.

La notizia arriva da uno studio pubblicato su The quarterly journal of experimental psychology e effettuato da due psicologi americani Gary Lupyan e Daniel Swingley, l’uno dell’Università di Wisconsin-Madison e l’altro di quella di Filadelfia.

parlare da soli fa bene al cervello
I due studiosi hanno infatti dimostrato, attraverso numerosi esperimenti ed esempi portati come prova, che coloro che parlano da soli non hanno nessun disturbo, anzi, focalizzano l'attenzione e sono più facilmente predisposti a risolvere un problema. Con una maggiore operosità della memoria di lavoro, chiamando le cose con il proprio nome, si riesce pertanto a portare le idee astratte in concreto e a guidare l’attenzione.

I due studiosi hanno osservato soprattutto la vita quotidiana di alcune persone arrivando a stabilire che quelle che erano solite dire ad alta voce il nome della cosa che cercavano riuscivano a trovarla prima degli altri. Chi chiamava, cioè, le chiavi di casa o il prodotto ricercato fra gli scaffali del supermercato, troppo pieni e molto ingannevoli, trovava l’oggetto desiderato in minor tempo con una soddisfazione maggiore.

Ma vediamo a quali prove sono stai sottoposti i volontari e i risultati ottenuti: per prima è stata mostrata, a tutti quanti, una serie di immagini di oggetti; poi uno dei due gruppi, in cui erano divise le persone partecipanti, è stato invitato a nominare a voce alta gli oggetti mentre li cercava. Il secondo esperimento invece ha portato i volontari ad immaginare di essere al supermercato, azione quotidiana, e anche qui solo ad un gruppo è stato chiesto di cercare qualcosa nominandolo. Mentre chi non parlava ha rischiato di perdere quello che cercava o di perdere tempo anche quando aveva il prodotto sotto al naso, chi lo chiamava lo ha trovato facilmente.

Alla luce di questo non c’è da meravigliarsi, se si considera che i neuropsicologi sanno da tempo che chi soffre di disturbi acquisiti del linguaggio si porta dietro spesso anche una ridotta capacità in compiti non verbali. Quindi il linguaggio non deve essere considerato solo uno strumento per comunicare con i propri simili, ma anche un modo per influenzare i propri processi cognitivi.
 

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