Il tumore all'ovaio provoca 500 morti al giorno: ci vuole più informazione
Benessere - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Lunedì 21 Maggio 2012 08:00 Stampa
uteroIl tumore all'ovaio è un tipo di cancro su cui c'e' molta disinformazione in Italia. La maggioranza delle donne non lo conosce oppure lo confonde con quello dell'utero. A fare il punto il 18 maggio sono stati pazienti, ricercatori e clinici nell'incontro organizzato a Milano dall'associazione Acto Onlus, Alleanza Contro il Tumore Ovarico, con la collaborazione dell'istituto Mario Negri.

Il tumore alle ovaie provoca ogni anno in Italia 5 mila nuovi casi, mentre  in Europa circa 500 donne muoiono di questa malattia. Purtroppo, solo il 37% delle donne sopravvive a questa malattia.

il tumore all'ovaio provoca 500 morti al giorno: ci vuole più informazione
Flavia Bideri, presidente di Acto Onlus, ha detto di essere orgogliosa che si sia riusciti a "promuovere azioni concrete, che partono dalla responsabilità e dall'impegno individuali. Anche se ancora molto deve essere fatto e ci stiamo muovendo su tre fronti: prevenzione, a favore di una diagnosi precoce; ricerca, raccolta e destinazione di fondi a nuovi studi; accesso alle cure, affinche' pazienti italiane possano beneficiare delle terapie innovative". Oggi le cure più efficaci sono le terapie antiangiogeniche, ossia l'inibizione della nascita di nuovi vasi sanguigni. Un esempio è l'anticorpo contro il fattore angiogenico VEGF.

Questi farmaci hanno mostrato di aumentare l'efficacia delle terapie standard. Un altro farmaco, attivo questa volta per le recidive, è la trabectedina, farmaco la cui molecola viene dagli organismi marini ed originariamente approvato come un antitumorale per i tumori delle parti molli del corpo e, poi per quello ovarico. Intanto la ricerca ferve, si lavora su più fronti nella speranza di trovare qualche farmaco veramente innovativo e magari capace di stroncare il tumore alla radice. In attesa di nuovi sviluppi non bisogna, però, perdere di vista i bisogni delle donne che già si trovano a combattere questa malattia, facendo tutti gli sforzi possibili per sostenerle e per rendere le cure in dirittura d'arrivo accessibili.
 

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