Scoperta la molecola che ferma l'invecchiamento
Benessere - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Lunedì 23 Dicembre 2013 14:40 Stampa
Anziani feliciIl processo di invecchiamento coinvolge l'intero nostro organismo, a partire dalla degenerazione cellulare, responsabile dello sviluppo di patologie, alle articolazioni, alla vista e, non ultima, la pelle, ovviamente tale processo che non può essere arrestato, si può rallentare e contrastare
 
Per questo motivo sarebbe opportuno adottare uno stile di vita “anti-aging": una corretta alimentazione, la pratica di attività fisica regolare e costante, l’integrazione e l’eliminazione di pratiche nocive quali fumo, inquinamento, raggi UV, accumulo di stress e così via,  da oggi però, la scienza potrebbe fornirci un supporto in più di tipo strutturale che forse in futuro ci renderà in grado di vivere più a lungo in salute.
 
Anziani

Questo grazie agli straordinari risultati ottenuti dalle nuove tecnologie sanitarie, è stata scoperta una molecola in grado di riportare il fisico agli splendori della gioventù. 
 
Come nel film "Il curioso caso di Benjamin Button" è possibile far scorrere le lancette dell'orologio all'indietro e ringiovanire i muscoli. 
 
L'elisir è stato trovato dai ricercatori della Harvard Medical School che hanno descritto lo studio su "Cell", i ricercatori hanno concentrato le proprie osservazioni sui mitocondri, organelli cellulari deputati in particolare alla produzione di energia.
 
Con il passare del tempo per l’organismo, accade che la comunicazione tra questi mitocondri ed il nucleo della cellula di cui fanno parte va incontro ad una degradazione che porta al processo di invecchiamento.
 
Nella sostanza questo è causato dalla aumentata vulnerabilità della cellula alle infiammazioni e dal rallentamento del metabolismo. 
 
Contestualmente gli studiosi hanno verificato come il fenomeno si accompagni ad un abbassamento del livello di NAD (nicotinammide adenina dinucleotide), comportando sostanzialmente i più bassi livelli energetici che caratterizzano le cellule con l’età.
 
Questo ha così consentito di individuare anche un possibile rimedio all’invecchiamento grazie all'incremento dei livelli di NAD. 
 
L’idea dei ricercatori quindi è stata quella di aumentare i livelli del Nad (somministrando un altro composto, il nicotinammide mono nucleotide o NMN) e vedere se in questo modo l’invecchiamento cellulare poteva o meno essere arrestato. 
 
Quando gli scienziati hanno somministrato la molecola a topi di 2 anni, dopo una settimana, i muscoli degli animali diventano come quelli di roditori di 6 mesi in termini di funzione mitocondriale, atrofia, infiammazione e insulino-resistenza.
 
In ogni caso, siamo ancora (purtroppo) lontani dall’aver scoperto il segreto dell’eterna giovinezza: entusiasmi a parte, infatti, va ricordato come l’invecchiamento sia un fenomeno complesso correlato a diversi fattori. 
 
Resta comunque per i ricercatori il merito di aver evidenziato l’importanza dell’energia, e dei suoi meccanismi di produzione, all’interno delle cellule: ora però non rimane che aspettare il 2015, sperando che per allora sarà possibile dare inizio al trial clinico sugli esseri umani, per scoprire se realmente ci troviamo di fronte al sogno a lungo inseguito dall’umanità o, quanto meno, al suo pallido inizio.
 
 

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