Un nuovo studio mostra dove inizia e come si diffonde l'Alzheimer
Benessere - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Lunedì 23 Dicembre 2013 15:55 Stampa
Alzheimer LogoI ricercatori del Columbia University Medical Center (CUMC) hanno fatto una scoperta fondamentale per la conoscenza e la ricerca di una cura per la malattia di Alzheimer.
 
Scoperta che ha permesso di rispondere a tre questioni basilari sulla malattia: dove ha inizio, perché inizia da lì e come si diffonde, lo studio, pubblicato su "Nature Neuroscience", è stato condotto su 96 adulti iscritti al progetto "Aging Washington Heights-Inwood Columbia" (WHICAP) utilizzando una variante ad alta risoluzione di fMRI (risonanza magnetica funzionale per immagini) per mappare i difetti metabolici nel cervello. 
 
Alzheimer

L’Alzheimer ha inizio in una regione del cervello nota come corteccia entorinale, ma grazie a questo studio è stato possibile dimostrare in pazienti viventi che questo comincia specificamente nella corteccia entorinale laterale, o LEC. 
 
La LEC è considerata una speci di porta di connessione per l'ippocampo, che svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento della memoria a lungo termine. Se la LEC ne è interessata, si ripercuote su altri aspetti dell'ippocampo.
 
I risultati dello studio mostrano anche che, nel tempo, dal LEC la malattia di Alzheimer si diffonde direttamente ad altre aree della corteccia cerebrale, in particolare la corteccia parietale, una regione del cervello coinvolta in varie funzioni, tra cui l’orientamento spaziale e la localizzazione. 
 
Il motivo per cui si manifesta proprio nella LEC è perchè qui si accumulano grandi quantità di proteina Tau che sensibilizza all’accumulo di proteine precursori dell’amiloide (le APP). Insieme l’azione di queste proteine danneggia i neuroni che così smettono di funzionare come dovrebbero.
 
Lo studio WHICAP del Dott. Richard Mayeux ha dato un’opportunità unica per fotografare e caratterizzare i pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer nella prima, preclinica fase
 
Nel corso dello studio, 12 persone su 96 hanno sviluppato l’Alzheimer e osservandoli con la risonanza magnetica si è potuto vedere, passo dopo passo, la diffusione della malattia appunto a causa della distruzione a catena dei neuroni per colpa delle due proteine sopra citate. 
 
Il percorso della malattia nei 12 soggetti colpiti vedeva dunque riduzioni graduali nel volume ematico cerebrale (CBV) nella LEC, un indice di misura da seguire per capire come e quanto si diffonde il morbo e i tempi di evoluzione della malattia.
 
 

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