L’ira fa male al cuore
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Scritto da Carmela Pelaia     Giovedì 06 Marzo 2014 12:45 Stampa
Pugno Arrabbiarsi spesso fa male al cuore, in tutti i sensi. Uno studio pubblicato sullo European Heart Journal rivela che le persone più a rischio di attacchi cardiaci e ictus sono quelle più propense a perdere la calma e lasciarsi andare agli scatti d'ira. Il momento più pericoloso, però, è due ore dopo l'attacco di rabbia.

I ricercatori della Harvard School of Public Health hanno spiegato che una persona che si arrabbia molto spesso, vede aumentare il rischio di attacco cardiaco di cinque volte dopo due ore, mentre il pericolo di ictus aumenta di tre volte.

donna arrabbiata
I dati sono stati elaborati sui risultati ottenuti da nove studi precedenti sul tema. Quindi ne merge che il rischio legato a una singola esplosione di rabbia è molto scarso, mentre è preoccupante la situazione di quelle persone che si arrabbiano con facilità ma soprattutto con regolarità. Nella loro condizione, il rischio rimane sempre più elevato degli altri.

Il team capitanato dalla dottoressa Elizabeth Mostofsky ha calcolato che cinque episodi di rabbia ogni giorno equivalgono alla spaventosa cifra di 158 attacchi cardiaci in più ogni anno, su 10mila persone con basso rischio cardiovascolare.

Nei soggetti che hanno invece problemi di natura cardiovascolare, il rischio si traduce in 657 crisi in più ogni 10mila persone. Mostofsky dichiara che "anche se il rischio di subire un evento cardiovascolare acuto con un singolo scatto d'ira è relativamente basso, il rischio si può accumulare per le persone con frequenti episodi di rabbia".

Lo scatto di rabbia intensa causa un'impennata improvvisa della pressione sanguigna e del battito cardiaco, con conseguente alterazione degli equilibri ormonali dell'organismo, il che favorisce la rottura di una placca aterosclerotica.

Chi è soggetto a diversi attacchi d'ira durante la giornata dovrebbe pensare seriamente a come prevenirli scaricando la rabbia e lo stress in eccesso attraverso un'attività sportiva o metodi alternativi come la meditazione o lo yoga.

 

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