17-18 aprile Giornata Nazionale Tiroide: le neo-mamme le più colpite
Benessere - Articoli
Scritto da Nancy Tinervia     Venerdì 09 Aprile 2010 10:05 Stampa
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In Italia una neo-mamma su 3 soffre di tiroidite post-partum, ovvero di una infiammazione della ghiandola tiroidea che in genere si manifesta entro un anno dal parto e spesso si risolve spontaneamente, ma quando questo non avviene, può portare complicazioni per la salute della donna: basta pensare che proprio al malfunzionamento della tiroide è dovuto il 5-10% dei casi di depressione post-partum.

Inoltre la corretta funzione tiroidea è fondamentale anche durante la gravidanza: infatti, in caso di problematiche della tiroide, il piccolo potrà nascere sotto peso, prematuro, oppure riportare danni neurologici, ma purtroppo esiste anche la possibilità di aborto spontaneo. Per garantire al feto di nascere in salute, è essenziale sottoporsi a un controllo specifico ancor prima di restare incinta.

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La ghiandola tiroidea

Le patologie della tiroide colpiscono circa 6 milioni di italiani: il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea è fondamentale per il benessere generale della persona ed è quindi importante sottoporsi a controlli specifici per individuare tempestivamente eventuali disfunzioni, soprattutto se si ha un familiare che ne ha già sofferto o se si vuole avere un bambino.

In occasione della Giornata Nazionale della Tiroide, promossa e organizzata dalle principali associazioni dei pazienti, col patrocinio dell'Associazione Italiana della Tiroide (AIT), dell'Associazione Medici Endocrinologi (AME) e della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), il 17 e il 18 aprile in tutte le piazze italiane saranno presenti specialisti e volontarie al servizio dei cittadini.

Lo scopo è quello di informare la gente sulle patologie delle tiroide, offrendo l’opportunità di poter effettuare gratuitamente screening endocrinologici: visita, ecografia e, in alcune città, anche un prelievo del sangue. Questa campagna di prevenzione è particolarmente rivolta al genere femminile, che risulta essere ben 5 volte più a rischio dell’uomo. 

Fonte: Sito web  ASCA


 

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