Una dieta ricca di aminoacidi aiuta la fertilità
Concepimento - Articoli
Scritto da Angela Messina     Giovedì 10 Febbraio 2011 14:36 Stampa
coppiaQuando pensiamo alla fertilità, di certo non pensiamo che il fegato abbia su di essa un ruolo importante, ma dobbiamo ricrederci, poichè uno studio italiano, pubblicato su Cell Metabolism, coordinato da Adriana Maggi, direttore del Centro di eccellenza sulle malattie neurodegenerative dell'Università degli Studi di Milano, dimostra che gli aminoacidi presenti nella dieta agiscono direttamente sul recettore degli estrogeni nel fegato attivandolo, svolgendo una funzione molto importante per la fertilità.

I ricercatori spiegano che da tempo si sapeva che il recettore degli estrogeni era nel fegato, ma nessuno fino ad oggi aveva studiato a fondo il ruolo di questa molecola;  studiando modelli animali però si è visto che il recettore nel fegato era più attivo che in qualsiasi altro organo, inclusi gli organi direttamente legati alla riproduzione.

il recettore per gli estrogeni presente nel fegato agisce fortrmente sulla fertilità
Lo studio è stato effettuato su un campione di topi ed è emerso che mettendo i topi a dieta ferrea, il fegato produceva meno ormoni e che i suoi recettori per gli estrogeni si spegnevano fino a bloccare il ciclo mestruale.

Di contro nel momento in cui si introducevano più proteine nella dieta dell’animale (e quindi più aminoacidi), senza aumentare carboidrati o grassi, la produzione di ormoni veniva ripristinata e i topi tornavano fertili.

Secondo i ricercatori, questi risultati possono contribuire a spiegare il meccanismo che regola la pubertà, alcune forme di amenorrea e forse anche i problemi di fertilità legati all’obesità. Mentre è nota da tempo la relazione tra infertilità e anoressia, altre forme di infertilità, la cui causa oggi non viene correttamente diagnosticata, potrebbero infatti essere collegate a diete troppo ricche di carboidrati e grassi.

Inoltre, la conferma della centralità del recettore epatico degli estrogeni può aiutare la ricerca di nuovi farmaci, in grado di modulare l'attività della molecola solo nel fegato, consentendo di trovare nuove e più appropriate terapie per la menopausa.

Fonte: Adnkronos

 

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