Aumento di vendita della pillola dei 5 giorni dopo e calo interruzioni volontarie di gravidanza nel 2016
Concepimento - Articoli
Scritto da Eva Forte     Lunedì 27 Marzo 2017 13:25 Stampa
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Imponente impennata della vendita della pillola dei cinque giorni dopo. In solo dieci mesi sono state vendute 200.507 confezioni, 660 al giorno per un'Italia che non ha ben chiaro cosa voglia dire prevenzione. Questo è un dato che riguarda principalmente le ventenni che corrono ai ripari solo dopo aver avuto rapporti non protetti. Considerando i dati del 2014 e quelli del 2016 appena enumerati, l'aumento è di 15 volte. Dal 2014 al 2015 c'è stato un aumento nelle vendite pari al 664,2%.

Ricordiamo che la pillola dei 5 giorni dopo è un contraccettivo d'emergenza perchè viene preso a seguito di un rapporto non protetto a rischio di gravidanza non voluta. In Italia questo metoto a quanto pare è molto usato se si pensa che viene comprata una pillola ogni due minuti in farmacia, giorno e notte. Il costo è di ventisei euro e 90 a pillola, non mutuabili. L'aumento significativo delle vendite si è avuto con la liberalizzazione del farmaco. Dal 9 maggio 2015, infatti, non serve più la ricetta medica nè un test che accerti la non gravidanza. L'unico obbligo esistente riguarda i minori.

Nel gennaio 2015 la Commissione europea aveva dato indicazioni di distribuire in farmacia senza prescrizione medica la pillola proprio perchè più efficace se assunta nelle 24 ore dopo il rapporto a rischio. L’Aifa liberalizza il farmaco in rottura con il Consiglio superiore di sanità, emanazione del ministero guidato da Beatrice Lorenzin (Ncd).

Sara Valmaggi, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia per il Pd, dichiara: "Rendere libero l’acquisto di questo metodo contraccettivo d’emergenza senza l’obbligatorietà di prescrizione è stata una scelta giusta e di civiltà. Finalmente l’Italia si è allineata agli altri Paesi europei nel prevenire eventuali interruzioni di gravidanza evitando alle donne le sofferenze legate a un evento così traumatico. La relazione stessa dello scorso dicembre del ministero della Salute mette in relazione la riduzione del numero degli aborti con l’aumento delle vendite di questo farmaco (meno 9,3% rispetto al 2014 ndr). Il progresso della farmacologia e le prese di posizione chiare delle istituzioni sanitarie possono tutelare la salute oltre che ridurre inutili costi sociali ed economici"
 

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