Pillola dei 5 giorni dopo: ginecologi contro il test di gravidanza obbligatorio
Concepimento - Articoli
Scritto da Martina Paolucci     Venerdì 08 Luglio 2011 09:00 Stampa
Ginocologi contro il test di gravidanzaIntrodotta e approvata dal Consiglio Superiore di Sanità (CSS) solo poche settimane fa, la pillola dei cinque giorni dopo non smette di suscitare polemiche. La pillola, nota anche con il nome di EllaOne, solleva un coro di polemiche da parte dei ginecologi: i medici si professano contrari all'obbligatorietà del test di gravidanza per le donne che vogliano ricorrere al nuovo farmaco.

La raccolta dei dati è opera di Datanalysis, su richiesta dell'Osservatorio Nazionale sulla salute della donna (O.N.Da): le statistiche parlano di un 90% dei ginecologi che intendono opporsi alle nuove indicazioni fornite dal CSS. Le nuove disposizioni, infatti, vincolerebbero le donne interessate all'assunzione della pillola a sottoporsi preventivamente a test di gravidanza che, nel caso risultasse positivo, limiterebbe la possibilità di prescrizione della pillola da parte del medico, in quanto ritenuta controindicata.

Ginocologi contro il test di gravidanza
Quanto alle motivazioni, i ginecologi sono chiari: l'imposizione del preventivo test di gravidanza risulta incompatibile con la tempestività necessaria all'assunzione del farmaco, obbligando le donne a rinunciare all'ultima possibilità di scegliere la strada dell'interruzione volontaria di gravidanza.

La pillola dei 5 giorni dopo è già stata approvata anche dall'Autorità Farmacologica Europea, per cui è disponibile in 21 paesi europei oltre a Stati Uniti e Canada, dove è reperibile già da un anno. Il CSS ha temporeggiato due anni prima di approvare la commercializzazione del farmaco in Italia, ritendolo finalmente compatibile con la legge 194 sull'aborto. La pillola del 5 giorni dopo, infatti, non va confusa con la RU486, la pillola abortiva. La ElleOne impedisce all'embrione di annidarsi nell'utero, processo che si verifica solitamente il sesto o settimo giorno dopo il rapporto a rischio.
 

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