7 ginecologi su 10 non prescrivono la pillola dei 5 giorni dopo
Concepimento - Articoli
Scritto da Eva Forte     Lunedì 17 Settembre 2012 16:12 Stampa
Pillola 5 giorni dopoNeanche un anno dall'arrivo ufficiale e la pillola dei cinque giorni dopo in Italia, contraccezione di emergenza a base di ulipristal acetato (UPA) da assumere nel caso di rapporto non protetto a rischio, rimane ancora un metodo poco utilizzato per molte donne italiane. Nonostante le qualità riscontrate dai ginecologi, non viene quasi mai prescritta.

Infatti ben 7 ginecologi su 10 non la prendono in considerazione per l'obbligo di fare il test di gravidanza con Beta-hcg, secondo quanto registrato per la Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) da Datanalysis su un campione rappresentativo di 200 ginecologi su tutto il suolo italiano.

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 Questo problema era stato già di fatto previsto, proprio perchè introdurre l'obbligo del test con le analisi del sangue apporta un ritardo nella possibile somministrazione della pillola. Un fatto tutto italiano che sta penalizzando le donne nella penisola che per avere la contraccezione di emergenza si devono sottoporre a un test spesso non necessario, ritardando i tempi per correre ai ripari.

Questa pillola ha infatti un effetto maggiore e più sicuro se somministrato entro le prime 24 ore dal rapporto non protetto, rispetto ai vecchi sistemi a base di levonorgestrel. Nelle prime 72 ore rimane comunque forte l'impatto che tende poi a scemare con il passare delle ore.

Questa mancanza di utilizzo è stata anche registrata dalla casa del farmaco, che ha registrato un minore utilizzo proprio in Italia a causa di questo obbligo procedurale. Rispetto alla Germania che utilizza più o meno le nostre regolamentazioni per questo farmaco, fatta eccezione per l'obbligo del test, sono state vendute 13 mila confezioni contro le nostre 4.500.

 

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