Le donne sono più sensibili alle malattie respiratorie
Donna - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 17 Settembre 2014 14:51 Stampa
Asma logoSecondo una ricerca italiana, i cui risultati verranno presentati nel corso del XV Congresso nazionale SIMER- FIP (Società italiana di medicina respiratoria, Genova, 1-3 ottobre 2014), le donne sono più suscettibili ai fattori di rischio e ai sintomi delle malattie respiratorie mentre gli uomini devono fare i conti con le forme più gravi. 
 
La donna, è meno frequentemente colpita dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), almeno nel nostro Paese, ed ha una minore compromissione funzionale respiratoria indipendentemente dall’età. 
 
Fumo

Se malata, la donna ha una maggiore percezione dei sintomi e attenzione alla sua salute e quindi ricorre più precocemente al medico mentre l’uomo, resiste meglio o forse sottovaluta i primi sintomi, si presenta dallo specialista in fase più tardiva, quando l’ostruzione delle vie aeree è di grado più severo.
 
I risultati dello studio confermano che prevalenza ed espressione delle malattie respiratorie si differenziano significativamente nei due generi. 
 
La necessità di studi mirati nasce dal fatto che le patologie nelle donne sono state trascurate: studi scientifici e clinici che sperimentano farmaci a volte le escludono quando sono in età fertile, mentre le ricerche epidemiologiche di frequente non analizzano separatamente i due sessi. 
 
Sono stati esaminati circa 400 pazienti sintomatici, arrivati senza una diagnosi, i ricercatori hanno notato che gli uomini presentano maggior prevalenza di BPCO con o senza sovrapposizione di asma, mentre le donne vengono più colpite da patologie di tipo irritativo delle vie aeree, come l’asma, o da sintomi, come la tosse cronica associata a rinosinusite.
 
Lo ha spiegato la professoressa Caterina Bucca, S.C. Pneumologia, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Ospedale S. Giovanni Battista di Torino, inoltre, tra i pazienti con BPCO con o senza asma, il genere femminile ha una minore compromissione funzionale respiratoria, indipendentemente dall’età.
 
Dalla valutazione clinica dei soggetti presi in esame è emersa una popolazione nella quale circa il 31% dei pazienti aveva asma (18% degli uomini vs 38% delle donne), il 25% BPCO (43% vs 14,5%), circa il 11% entrambe (17,5% vs 7%), il 17,6% tosse cronica associata a rinosinusite (6% vs 24%), l’8% patologie restrittive polmonari (6% vs 9%) e altrettanti malattie cardiovascolari (9% vs 7%). 
 
Esiste una maggiore prevalenza della BPCO e di una più severa ostruzione delle vie aeree nel genere maschile,ma è il corpo femminile a essere più svantaggiato in partenza. 
 
Le donne, come spiega la dott.ssa Michela Bellocchia, specializzanda dell’Università degli studi di Torino, coautrice dello studio, hanno infatti una maggiore percezione dei propri sintomi e una suscettibilità più elevata al fumo di sigaretta, a causa di numerosi fattori, tra cui la minore capacità di difesa dal danno ossidativo e di riparazione delle cellule danneggiate. 
 
A difendere le donne ci sono dei campanelli di allarme fisiologici, che suonano prima rispetto a quanto avviene nell’altro sesso: lo studio dimostra come nel genere femminile vi sia una maggior prevalenza di patologie meno gravi come rinosinusite, asma bronchiale e tosse cronica. 
 
Recentemente è stato ipotizzato che le donne adulte asmatiche possano percepire l’ostruzione al flusso aereo diversamente rispetto agli uomini, avendo più di frequente sensazioni di dispnea e ansia, e che questo causi una qualità inferiore di vita e un maggiore disagio in risposta ai sintomi. 
 
La letteratura evidenzia anche una correlazione tra le patologie respiratorie e il ciclo riproduttivo femminile: l'ipotesi è che gli ormoni sessuali femminili influenzino lo sviluppo della patologia asmatica e la sua gravità, le riacutizzazioni dell’asma potrebbero essere correlate con il ciclo mestruale. 
 
 

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