Shiatsu e gravidanza: intervista a Maurizio Bastini
Gravidanza - Articoli
Scritto da Eva Forte/Luca Ferron     Venerdì 04 Marzo 2011 09:01 Stampa
Shiatsu in gravidanzaDurante la gravidanza molte donne riscoprono dei momenti da dedicare al proprio corpo: c'è chi sceglie la piscina, chi la ginnastica preparto e chi si avvicina allo Yoga o allo Shiatsu. Proprio riguardo quest'ultimo vi proponiamo una intervista a Maurizio Bastini, vicepresidente APOS e DBN, sui benefici dello shiatsu per le donne in gravidanza.

di seguito troverete tutte le informazioni sui benefici ottenuti durante i nove mesi, su come si svolge e quanto dura una seduta e in cosa consiste il trattamento vero e proprio. Come vedrete, si consiglia di effettuare questi trattamenti dopo il primo trimestre, periodo rischioso più degli altri di incorrere in aborti spontanei  (non causati dal trattamento, ma proprio dalla fisiologia dei primi tre mesi). Consigliabile invece eseguirli fino a dopo il parto anche per prevenire e combattere la depressione post partum.

Corso di preparazione al parto

•    Perché lo shiatsu è consigliato alle donne in gravidanza?
Lo shiatsu è una tecnica di riequilibrio che mira a fornire vitalità, che è quell'aspetto che ci fa sentire in qualsiasi momento della nostra esistenza al massimo delle nostre potenzialità; credo che sia uno dei trattamenti più indicati per supportare una donna in gravidanza perché aumenta le sue capacità, sia a livello fisico che emozionale.

•    In cosa consiste il trattamento?

Non si differenzia più di tanto dai normali trattamenti shiatsu. Chiaramente vengono utilizzate delle tecniche adeguate alla delicata condizione della donna, per cui non potendo stare in posizione prona viene scelto il fianco. In particolare la tecnica si basa sulla continua stimolazione degli accomodamenti psicofisici che la donna ha durante questo periodo molto importante della sua vita.

•    Quanto dura una seduta?
Venti minuti, trenta al massimo sono più che sufficienti, dipende sempre dallo stato energetico e psicofisico della persona.

•    Quali sono le zone del corpo particolarmente coinvolte nel trattamento?
Il trattamento si svolge un po' su tutto il corpo, dunque non necessariamente nelle aree più a contatto col feto, come la zona addominale. La donna in gravidanza modifica strutturalmente il suo fisico: la colonna subisce delle trasformazioni, il seno aumenta di dimensioni; adeguato ad ogni tipo di coinvolgimento che la donna assume in questo percorso, si eseguono dei trattamenti sempre in tutte le zone del corpo, ma legati principalmente a questi cambiamenti fisici.

•    Quante sedute sono necessarie per ottenere dei risultati?
Generalmente lo shiatsu non prevede un numero definito di sedute, a maggior ragione per la donna in gravidanza. Io consiglio dei trattamenti costanti per aiutare la donna ad abituarsi progressivamente a questo suo mutamento psicofisico, sia nella gravidanza che nel puerperio. Inoltre lascio sempre piena libertà ai miei clienti di decidere se continuare o interrompere il trattamento, perché bisogna permettere al corpo di recepire gli stimoli prodotti dallo shiatsu.

•    Si può eseguire il trattamento in tutte le fasi della gravidanza?

Professionalmente consigliamo agli operatori di non intraprendere trattamenti nei primi tre mesi di gravidanza, durante i quali è elevato il rischio di aborti spontanei. A questo proposito, per evitare che vengano attribuite allo shiatsu colpe del tutto inesistenti, si inizia dal quarto mese, quando normalmente il feto è ben ancorato alla madre.

•    Quali accorgimenti deve osservare un operatore shiatsu nei confronti di una donna in gravidanza?
Gli accorgimenti maggiori che si devono osservare sono soprattutto a livello psicologico: l'operatore deve sostenere, tranquillizzare la donna, spiegarle che i cambiamenti a cui va incontro in questo periodo sono assolutamente normali. Farle esprimere al meglio lo stato d'animo e la vitalità di questa cosa meravigliosa quale è il parto.

•    In che tipo di ambiente viene eseguito il trattamento? Vi sono dei particolari requisiti?
L'ambiente dev'essere accogliente, luminoso, pulito, caldo e riscaldato, altrimenti il trattamento diventa un trauma. Ma soprattutto la persona dev'essere in uno stato d'animo e fisico tranquillo.

•    Le sedute vanno eseguite anche dopo il parto?
Bisogna eseguirle anche dopo il parto. Il puerperio è una fase molto delicata, in cui la donna va incontro ad una debolezza, chiamata depressione post parto. Ovviamente in una vita sempre frenetica queste depressioni si amplificano, anche perché nella crescita del bambino la mamma impiega molte energie. Dunque ben venga il trattamento shiatsu, che invece fornisce vitalità e serenità alla persona.

•    Si può eseguire il trattamento shiatsu anche sul bambino?
I trattamenti shiatsu non hanno vincoli d'età, e dunque portano benefici anche al bambino. A questo proposito noi consigliamo che sia la madre ad eseguire i trattamenti sul proprio figlio, perché così le due persone entrano in un rapporto diretto, soprattutto in questa fase delicata in cui il bimbo riconosce solo la madre. Inoltre lo stesso trattamento previsto per un adulto, con le dovute pressioni e la dovuta adeguatezza, può essere eseguito sul piccolo, senza particolari diversità.

•    Se il trattamento non viene eseguito correttamente, ci possono essere delle controindicazioni per il nascituro o per la gestante?
Non credo, perché lo shiatsu non ha assolutamente controindicazioni. Ovviamente il consiglio è di rivolgersi sempre a degli operatori professionali, perché il risultato dipende dalla professionalità dell'operatore.

•    Lo shiatsu può portare benefici anche al feto?
Certo che sì. Se lo sviluppo della gravidanza è positivo per la madre, di solito anche il figlio riceve benefici. In particolare lo shiatsu, così come l'agopuntura, può aiutare il bambino a rimanere in posizione corretta e quindi agevolare il travaglio.

•    Lo shiatsu può limitare l'assunzione di farmaci contro i disturbi naturali legati alla gravidanza (nausea e vomito, lombosciatalgia, stitichezza, varici ed emorroidi)?
Lo shiatsu sostiene, aiuta ed amplifica le naturali potenzialità di un corpo. Quindi se una persona sta bene non ha bisogno di assumere farmaci.

•    Alcune tecniche shiatsu possono essere insegnate alla madre in modo che le metta in pratica lei stessa nel momento del bisogno?
Certo che sì, si possono insegnare le tecniche più semplici. Ad esempio è molto utile esercitare delle piccole pressioni sul bambino, perché anche lui, come la madre, vive nei primi mesi delle situazioni di adattamento. Con il trattamento shiatsu il bambino vive più serenamente questi momenti e si sente stimolato e protetto.

•    Non c'è il rischio che lo shiatsu venga preso come una dipendenza?
Noi viviamo in un mondo di dipendenze. Se lo shiatsu può essere preso come un “effetto placebo” ben venga, perché è una dipendenza naturale, molto meglio di una chimica.

•    Può essere utile eseguire un trattamento di coppia per dare un supporto alla madre e per coinvolgere il padre nel nuovo contesto familiare?
Direi proprio di sì, e in questo caso posso portare la mia personale esperienza di padre. Il fatto di aver partecipato attivamente a tutta la gravidanza e al parto mi ha fatto sentire padre prima, più vicino a mia moglie e al bambino. Quando faccio i trattamenti alle donne in gravidanza chiedo spesso che anche i mariti siano presenti, perché così possono essere utili e partecipi durante il travaglio.

•    Si può eseguire il trattamento shiatsu in concomitanza con le cure convenzionali oppure è vincolante?
Ovviamente sì, perché per noi lo shiatsu non è una cura.

•    Esistono particolari condizioni per cui è bene che una donna in gravidanza non si sottoponga ad un trattamento shiatsu?
Una donna con una gravidanza difficile dev'essere innanzitutto supportata da un medico. Lo shiatsu non è mai controindicato, anzi, in molti casi potrebbe essere di supporto e di aiuto. Se la persona vive un periodo molto ansioso, anche la gravidanza ne risente. Se invece è supportata da una tecnica che le permette di stare più rilassata ha solo da guadagnarci, e si riducono le difficoltà.

•    Tutti gli operatori shiatsu possono eseguire il trattamento sulle donne in gravidanza oppure è prevista un'apposita specializzazione?
Non necessariamente è prevista un'apposita specializzazione: un operatore serio e competente, che si documenta e frequenta dei corsi, può operare sulla donna in gravidanza, così come su qualsiasi altro soggetto. L'esperienza è l'unica vera specializzazione.

•    Qual è il punto di vista di ginecologhe ed ostetriche di fronte al trattamento shiatsu per le donne in gravidanza?
Nell'ospedale di Padova, ma anche in diverse città, sempre di più le ostetriche seguono dei corsi legati allo shiatsu per fornire maggiore assistenza e professionalità durante il parto.

•    È auspicabile che in un futuro prossimo i benefici dello shiatsu per le donne in gravidanza vengano riconosciuti ufficialmente dalla Sanità, e che il trattamento rientri nella formazione di infermiere ed ostetriche?
Io mi auguro che questa sia la strada da percorrere, anche se vi sono molti ostacoli. Il più grande è rappresentato dai costi delle strutture sanitarie, che spesso lo Stato non è in grado di coprire. Io credo che alla base ci sia un problema politico ed economico: l'ambiente medico ruota intorno ad un'economia, che ha interesse a valorizzare alcuni settori a danno di altri. Lo shiatsu è una tecnica di nicchia che in Italia ruota attorno a diecimila persone, e quindi non produce un interesse economico. Per questo è importante il ruolo di APOS e DBN, l'Associazione Professionale Operatori Shiatsu e Discipline Bionaturali, con la quale cerchiamo di ottenere maggiore visibilità.

Maurizio Bastini, libero professionista operatore shiatsu, dal 1987 ha effettuato corsi di formazione e seminari specifici sullo Shiatsu – Moxibustione e dinamiche orientali presso centri di studio di discipline orientali. È socio fondatore di APOS e DBN (Associazione Professionale Operatori Shiatsu e Discipline Bionaturali) di cui è  vicepresidente dal 2001. Attualmente gestisce il centro “Sportville” a Noventa Padovana (PD).
 

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