Aumento dei casi di ictus nelle donne in gravidanza, necessario monitoraggio continuo
Gravidanza - Articoli
Scritto da Martina Paolucci     Martedì 02 Agosto 2011 10:00 Stampa
Aumento casi di ictus nelle donne in gravidanzaL'allarme nasce da un aumento del 54% tra le donne americane in stato interessante o neomamme dei casi di ictus. Lo studio è stato pubblicato su Stroke, uno dei giornali ufficiali dell'American Heart Association. Autrice della ricerca è Elena V. Kuklina, epidemiologa della divisione di Heart Disease and Stroke Prevention dei Centers for Disease Control and Prevention. La conclusione della dottoressa è molto più che chiara: è necessario monitorare costantemente la salute cardiovascolare delle donne al fine di prevenire attacchi cardiachi o ictus che possano compromettere la loro salute e vita.

Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori del team della dottoressa americana hanno analizzato le schede di dimissioni reperite in più di 1000 ospedali, comparando le statistiche relative alle donne in gravidanza o che avevano partorito vittime di ictus nel bienno 1994-95 e nel più recente 2006-07. I dati che si sono presentati agli studiosi sono risultati allarmanti: da 4085 casi a 6293.

Aumento casi di ictus nelle donne in gravidanza
Secondo gli sicenziati, l'enorme aumento di casi di ictus va attribuito alla maggiore diffusione dei fattori di rischio (come obesità, ipertensione, diabete o malformazioni cardiache congenite) per la popolazione femminile, che aumenta ulteriormente quando inizia una gravidanza.

Il consiglio dei ricercatori, per questo motivo, è di intervenire direttamente sulle strategie di prevenzione, se necessario anche farmacologica, in modo da consapevolizzare maggiormente sia le pazienti che i medici sulla maggiore attenzioen da prestare alla salute della futura mamma. Un monitoraggio continuo della salute cardiologica delle donne è necessaria, anche nel periodo immediatamente successivo al parto. Il problema nasce dalla cosnueta esclusione delle donne incinte dai trial clinici, aspetto che limita la possibilità di controllare la salute delle pazienti. In sostanza, conclude la ricercatrice Kuklina, è necessario continuare la ricerca sulle donne in gravidanza.
 

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