Minorenne vuole abortire: legge 194 sotto esame
Gravidanza - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Mercoledì 20 Giugno 2012 15:10 Stampa
pancia_grav_logoA sollevare il caso questa volta è stato un giudice del Tribunale di Spoleto, dopo la richiesta di una ragazza di abortire senza coinvolgere i genitori. Il giudice minorile ha risposto sollevando l'incidente di costituzionalità, avendo rilevato un contrasto rispetto a quanto indicato dalla Corte europea per i diritti dell'uomo sulla tutela assoluta dell'embrione umano.

Secondo il giudice la facoltà prevista dall'articolo 4 di procedere volontariamente all'interruzione della gravidanza entro i primi 90 giorni dal concepimento comporta, infatti, ''l'inevitabile risultato della distruzione di quell'embrione umano che è stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto''.

Minorenne vuole abortire: legge 194 sotto esame
L'articolo 4 della legge 194 si porrebbe, secondo il giudice, in contrasto con i principi generali della Costituzione e in particolare con quelli della tutela dei diritti inviolabili dell'uomo (articolo 2) e del diritto fondamentale alla salute dell'individuo (articolo 32). La Corte dovrà esaminare la validità dell'art. 4, relativo alle circostanze che legittimano l'interruzione di gravidanza (Ivg). In discussione, dunque, non è il diritto della minore ad abortire, poiché la norma in esame ha in realtà valore e ricaduta ben più ampia sul diritto stesso della donna di scegliere se portare avanti o meno la gravidanza.

Al centro di questa storia giuridica c'è un caso non infrequente. Una ragazza di 16 anni N.F., che si è rivolta al consultorio, determinata ad abortire senza coinvolgere i genitori. I servizi sociali nella loro relazione descrivano questa giovane come determinata e convinta "di non essere in grado di crescere un figlio né disposta ad accogliere un evento che interferirebbe con i suoi progetti di crescita e rappresenterebbe uno stravolgimento esistenziale". N.F. avrebbe voluto utilizzare l'articolo 4 della 194, appellandosi al giudice. Dopo essersi vista negare l'autorizzazione ha scelto di parlarne con i genitori che si sono trovati d'accordo nel non portare avanti la gravidanza.

Molte le polemiche che si stanno susseguendo da giorni, rinnovando una battaglia che si consuma da quaranta anni. Il rischio, avvertono i movimenti a difesa della legge, è che si torni alla piaga degli aborti clandestini (che tutt'oggi esiste, soprattutto tra le immigrate) che una volta venivano praticati dalle 'mammane'.
 

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