Anche i papà hanno il "baby blues" e i sintomi possono durare molto più a lungo
Gravidanza - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 26 Marzo 2014 09:22 Stampa
baby bluesSecondo una nuova scoperta, anche i papà soffrono dei sintomi del "baby blues": l’angoscia dopo la nascita di un bambino, inoltre i sintomi del disturbo possono durare molto più a lungo del previsto.
 
Lo studio che ha portato alla luce questa scoperta è stato condotto da Rebecca Giallo del Murdoch Children’s Research Institute, che ha dimostrato come i papà siano a più alto rischio di soffrire di salute mentale, non solo durante il primo anno di vita del bebé, ma anche lungo tutto il periodo della prima infanzia.
 
Baby Blues Papà
Si parla di Baby-blues (termine coniato in America) per indicare una vera e propria malattia che colpisce circa il 70% delle neo mamme, da non confondere con la depressione post-partum che coinvolge una percentuale ben più bassa di puerpere, aggirandosi intorno al 20% dei casi.

Lo stato di benessere dei neopapà è peggiorato dai problemi al lavoro, le relazioni personali e la sicurezza relativa al ruolo di genitore, occuparsi della salute mentale dei padri è importante quindi quanto fornire un adeguato sostegno psicologico alle madri nella fase postnatale e successivamente, come ha precisato l’autrice sulla rivista "Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology".
 
Lo studio ha analizzato lo stato psichico di 2470 padri australiani dal periodo postnatale fino al compimento del settimo anno di età dei bambini: il risultato è stato che l'8% dei papà soffre di notevoli difficoltà nel periodo postnatale, una percentuale che aumenta notevolmente nel corso del tempo con significativi livelli di stress, ansia e depressione.
 
I sintomi sono gli stessi di una depressione post partum più o meno forte: ansia, tristezza, problemi nell'addormentarsi, sensazione di fallimento su tutta la linea. 
 
Almeno il 4% scriveva, già nel 2005, sulla prestigiosa rivista "The Lancet", lo psichiatra Paul Ramchandani, docente dell'università di Oxford che aveva studiato le reazioni al parto di 26mila genitori.
 
Il problema è stato risollevato nel 2010, sulle pagine del New York Times, dal dottor Richard Friedman, docente di psichiatria al Weill Medical College, che racconta di un padre arrivato ad avere ansie di suicidio in seguito alla nascita del suo primo figlio.
 
Il quotidiano americano, riportava una serie di studi sul legame tra depressione post partum maschile e abbassamento del livello di testosterone nei padri durante la gravidanza delle loro compagne, sostiene che gli uomini più a rischio di babylues sono quelli che vivono a fianco di neomamme con il babylues. 
 
La nascita di un bambino è una cosa gioiosa, ma dà vita a cambiamenti enormi e stressanti che hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana, si perde sonno, non si riesce più a prendersi cura di se stessi, e non si ha più tempo per fare sport.
 
 

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