Gravidanza: quando i rischi arrivano dal papà...
Gravidanza - Articoli
Scritto da Mary     Giovedì 11 Settembre 2014 12:34 Stampa
family logoGravidanza a rischio. Un bimbo lo si concepisce sempre in due e dunque non è detto che eventuali problemi durante la gestazione siano causati sempre dalla mamma. Spesso, ci sono dei casi in cui i rischi arrivano proprio dal papà. 

A lanciare l'allarme è stato uno studio dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù condotto online attraverso un questionario rivolto a oltre mille futuri papà, che conferma come tuttavia resti alta la frequenza tra gli uomini italiani in procinto di diventare padri di alcuni importanti fattori di rischio. Vediamo quali sono.

papa pancione
Tanto per cominciare, l'obesità.  L’eccessivo sovrappeso del padre prima del concepimento, informano dall’ospedale, costituisce un fattore di rischio per l'alterazione del Dna fetale coinvolto nella regolazione delle prime fasi della crescita embrionale. Eppure il 45% dei futuri padri coinvolti nell'indagine confessa di essere in sovrappeso o obeso.

Poi, il fumo, a cui è correlato il pericolo di malformazioni cardiache congenite. Il 34% dei papà intervistati dichiara di fumare; come se non si sapesse, i figli di padri che fumano prima del concepimento corrono un rischio di sviluppare la leucemia linfoblastica acuta infantile superiore del 25 % rispetto ai figli dei papà che non fumano. La percentuale sale al 44% se il numero delle sigarette fumate supera le 20 al giorno.

Ancora, l'esposizione a sostanze tossiche. Dunque cuochi, giardinieri, addetti alle pulizie e impiegati del settore agricolo corrono rischi in più legati proprio alla loro professione. L’esposizione a sostanze tossiche per periodi prolungati, denunciata dal 22% dei futuri padri, si rivela dannosa: piombo, gas di scarico, pesticidi, vernici professionali e prodotti di tipo industriale aumentano il rischio di malformazioni, tumori infantili, sotto peso alla nascita. L’esposizione ai solventi organici contenuti in alcune vernici, nei prodotti delle lavanderie a secco o nelle industrie chimiche invece accresce del 50% il rischio di difetti del tubo neurale (la cosiddetta spina bifida).



 

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