200 cefalee: i nuovi mal di testa da sesso, hot-dog e tosse
Benessere - Articoli
Scritto da Eva Forte     Mercoledì 03 Marzo 2010 17:56 Stampa
Emicrania La cefalea, disturbo neurologico più comunemente chiamato mal di testa, colpisce tutti i giorni il 4% della popolazione ed ha ben 200 varianti differenti che la rendono una vera e propria malattia. Le donne ne soffrono di più con un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini.

Solo in Italia sono 8 milioni a soffrirne e spesso questa patologia si associa anche a disturbi come nausea e vomito. Le forme del mal di testa sono spesso molto particolari come quello dovuto al sesso o agli hot-dog.


Emicrania e malattia al cuore

A scatenare i mal di testa tantissimi fattori: fare sesso può portare dolori fortissimi alla testa prima, dopo o durante l'orgasmo, così come anche un'alimentazione scarsa o a base di alimenti che lo provocano come gli hot-dog ricchi di nitrati che causano vasodilatazione e conseguente emicrania nei soggetti predisposti.

Cefalee anche sul posto di lavoro, causate da turni faticosi o dal classico stress che si insinua in vari modi nella vita moderna.

Ma troviamo anche i mal di testa dovuti agli occhiali o ancor meglio agli occhialetti portati in piscina, che esercitano pressioni sui nervi sovraorbitali.

Cefalee diversissime per causa e sintomi quindi. Alcune sono talmente forti da essere paragonate addirittura ai dolori del parto!

Per poterle combattere con efficacia, se n'è parlato all'incontro "Consigli utili per distinguere i fastidi più comuni e combatterli con l’aiuto dell’automedicazione" dove è emerso che la principale cosa è capire bene i sintomi per poi cercarne la soluzione.

Importantissimi quindi gli effetti, la durata e la frequenza con cui si presentano i mal di testa, così come anche la zona interessata dal dolore.

Come dicevamo inizialmente, sono le donne le più colpite, spesso proprio a causa degli ormoni e della loro variazione di concentrazione nel periodo fertile.

Durante gli interventi effettuati all'incontro, è stato consigliato di rivolgersi ai medici cosa che avviene di norma solo per il 2,7% dei casi.
 

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