Il Museo della Scuola di Torino rischia la chiusura
Bambini - Articoli
Scritto da Alessandra Rebecchi     Mercoledì 30 Dicembre 2009 15:15 Stampa
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Il Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia di Torino, ospitata a Palazzo Barolo dall'Opera Barolo raccoglie da alcuni anni una collezione di banchi, lavagne, suppellettili e libri dall'800 fino a metà del secolo scorso, donazione del professor Pompeo Vagliani, direttore del Museo e appassionato collezionista.

Lo scorso anno il Museo ha staccato ben dodicimila biglietti, per lo più scolaresche: purtroppo l'introito derivato ne ha garantito il sostentamento in corso d'anno, ma non è assolutamente sufficiente alle evenienze future.

Nel 2008 il Comune aveva pianificato un contributo di 200.000 euro, denaro che sarebbe servito all'ampliamento della struttura grazie all'inserimento della sezione del libro per l'infanzia (che per il momento resta solo nel nome del Museo): purtroppo le ristrettezze di bilancio hanno fatto si che tale somma non sia stata erogata, e si tiri avanti grazie a un contributo regionale che non permette di portare avanti grandi progetti.

In attesa del contributo comunale, il Museo si gestisce in piena austerity: non ci sono dipendenti e conta sull'ospitalità dell' Opera Barolo che sostiene anche le spese del riscaldamento.

Nel frattempo i fornitori aspettano, le pulizie le paga il direttore di tasca sua e quest'anno non si sono potuti neppure stampare dei dépliant: il personale è formato da tirocinanti universitari e i laboratori attivi da sette sono stati ridotti a tre.

Fortunatamente il passaparola delle scuole porta ogni anno studenti da tutta Italia e anche dall'estero, venuti apposta per redigere le loro tesi di laurea e ricerche.

Il Direttore, prof. Vagliani, continua comunque a lottare per difendere quella che è una cellula di cultura, piccola ma non meno importante di altre: ha stabilito vari contatti con istituti di credito e fondazioni, nella speranza che possano aiutare il Museo a non spegnersi nell'indifferenza delle Istituzioni, ma al momento quello che stanno dimostrando la maggior sensibilità sono i bambini delle scuole, che hanno proposto di organizzare delle collette.


 

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