Autismo, una terapia precoce potrebbe impedire lo sviluppo
Bambini - Articoli
Scritto da Mary     Giovedì 18 Settembre 2014 11:00 Stampa
autismo2Gli esperti del Davis Mind Institute, dell'università della California, sostengono che una terapia precoce, a partire dai sei mesi, potrebbe impedire lo sviluppo dell'autismo. 

Il trattamento, chiamato Infant Start, è stato sperimentato su 7 piccoli pazienti, tra i 6 e i 15 mesi, che presentavano tratti autistici quali la diminuzione del contatto visivo, un ridotto interesse sociale, movimenti ripetitivi anomali, mancanza di comunicazione.

bimbo triste
Questo trattamento consiste in 12 sessioni di un'ora l'una dove si lavora sull'interazione genitori-figli. Quindi, si tratta di un metodo è basato sull'importanza del ruolo genitoriale.  A "curare" i piccoli sono proprio mamma e papà a cui gli esperti insegnano tecniche e trucchi terapeutici, da applicare nella vita quotidiana, per far aumentare nel piccolo l'attenzione, la comunicazione, lo sviluppo precoce delle lingue, il gioco e la socialità. 

Ad esempio se un bambino autistico è attirato da un animale di pezza, il genitore deve entrare nel campo visivo del bambino e giocare anche lui con l'animale, per esempio nascondendolo sotto la maglia, così da attirare su di sé l'attenzione. Dopo queste sessioni i bambini vengono tenuti sotto controllo con visite bisettimanali per altre 6 settimane e ricontrollati a 24 e 36 mesi. 

Il risultato, pubblicato sul Journal of Autism and Developmental Disorders è stato sorprendente.  I bambini che a 9 mesi presentavano significativi sintomi di autismo, tra i 18 e i 36 mesi, hanno invece manifestato punteggi di autismo inferiori rispetto ai coetanei che non erano stati sottoposti a trattamento.

All'età di 3 anni, 6 su 7 hanno migliorato tantissimo le loro performance. E a 5 di questi 6 bambini non è più stato diagnosticato l'autismo, mentre il sesto bambino presentava sintomi leggeri. Come sostiene Sally Rogers, psichiatra e autrice dello studio: "I risultati mostrano quello che sosteniamo da tempo, cioè che è l'intervento precoce a fare la differenza. Il cervello di un neonato è in crescita ad una velocità che non ha eguali nel resto della vita". 

 
 

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