"Vietato l'ingresso ai bambini" in un ristorante romano
Bambini - Articoli
Scritto da Nena86     Mercoledì 20 Gennaio 2016 13:35 Stampa
aaaa“Vietato l’ingresso ai bambini”: questa la frase che fa discutere il web, e non solo, riportata su un cartello esposto al di fuori di un ristorante romano, "La Fraschetta del Pesce", che vieta l'ingresso ai bambini sotto i cinque anni, con tanto di disegni e caricature. Ha lasciato tutti esterefatti a dir poco, stupiti e anche un tantino amareggiati.
 
La richiesta esposta recita così: “A causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione, in questo locale non è gradita la presenza di bambini minori di anni 5 nonché l’ingresso di passeggini e seggioloni per motivi di spazio. Certi della vostra comprensione si ringrazia la clientela”, firmato il comandante (soprannome del proprietario pare).
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Inevitabilmente, la frase ha fatto rievocare spiacevoli episodi relativi al periodo nazista, ben descritto nel film di Roberto Benigni La vita è bella (vietato l’ingresso a ebrei e..). Certo, di divieti particolari se ne sono visti molti, tra i quali quello del governo indiano: la "no selfie zone", e altrettanti se ne continueranno a vedere. Niente comunque in confronto al ristoratore romano, sicuramente stanco della maleducazione dei bambini, che ha reagito però in maniera sicuramente eccessiva.
 
L’uomo d’altronde non ha fatto alcun passo indietro, anzi, durante un intervento sulla radio emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano, ha ribadito: "i bambini sono maleducati, ..e comunque non mi aspettavo tutto questo clamore".  Come riportato sulle pagine di Leggo, il proprietario del locale si è giustificato in questo modo: "Io sono nonno, ho dei nipoti anche io. Non ce l'ho con i bambini, guai a chi li tocca. Ce l'ho con i genitori che non sanno educare i propri figli. Io quando andavo da bambino al ristorante con mio papà, lui mi diceva 'stai buono, se ti muovi ti spacco le gambe'. Oggi invece i bambini fanno un casino. Non ho spazio. Questi passeggini sembrano tutti SUV, occupano un sacco di posti. Tanti miei colleghi, ristoratori, hanno lo stesso problema ma non hanno il coraggio di dirlo. Io invece sono uscito allo scoperto".
 
La scelta del ristoratore della periferia romana, condivisibile o meno che sia (per quanto sicuramente eccessiva e fuori luogo), non passa certo inosservata e non gli ha procurato ovviamente pubblicità positiva, bensì una pioggia di critiche virtuali, a partire da TripAdvisor, passando poi sui social più utilizzati, come Facebook e Twitter, che il comandante e la sua ciurma si sono visti cadere addosso. C’è anche chi denuncia la scelta additandola, giustamente, come scelta commerciale, scelta immorale.  Anche diversi romani, che erano stati clienti del locale e si erano trovati bene, da un po’ di tempo non vanno più in quel ristorante, in quanto diventati genitori, e specificano che non ci metteranno mai più piede neppure tra cinque anni (quando presumibilmente i loro figli avranno raggiunto l’età per essere ben accetti nel locale).
 
Un esempio l'esperienza di Felix: “c'erano solo quindici clienti e il ristorante ne avrebbe potuti accogliere circa una sessantina. Eravamo in due con un ovetto in mano, dentro cui c'era il nostro bambino di due mesi. Il proprietario ci ha spiegato che non potevamo mangiare. Siamo rimasti increduli, senza parole”. Pronta e decisa la risposta del proprietario, che non ha esitato a rispondere alla recensione: "vietato l'ingresso a passeggini, seggioloni, ovetti e altro ancora: più chiaro di così non so come dirlo!".
 
A scagliarsi contro il ristoratore anche alcuni rappresentanti dell'alta cucina, come Iside de Cesare, chef stellato Michelin, che spiega: “è interessante vedere come in età adulta, quando si dovrebbe essere maturi, ci si dimentichi di essere stati bambini e che il futuro sia invecchiare”
 

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