Figli contesti: quando i papà non sono tutelati
Mondo MAD - Editoriali
Scritto da Eva Forte     Venerdì 01 Aprile 2011 17:37 Stampa
padre e figlioMamme Domani è un magazine letto principalmente dalle donne e proprio per questo oggi voglio parlarvi di un problema che riguarda l'altro sesso  per colpa di una giustizia che non sempre si fa tanto oculata da vedere cosa accade veramente all'interno dei nuclei familiari. Lo spunto ci arriva da Matrix, il programma che va in onda su Canale 5 in seconda serata, condotto da Alessio Vinci, e che ieri ha avuto come tema i "Figli contesi". Un argomento che spesso vediamo, ma dalla parte delle donne e oggi possiamo renderci conto di come non tutti i casi siano uguali, come non tutte le donne e tutti gli uomini siano nel giusto, sempre, solo perchè appartengono all'uno o all'altro sesso.

Ospiti della serata Tiberio Timperi e altri ospiti di spicco che hanno affrontato il tempo della separazione dalla parte di "lui" prendendo inizialmente spunto dal caso Corona-Moric, che ha visto Fabrizio portare  il figlio Carlos a Parigi, senza il consenso della madre che è impegnata - per così dire - nell'Isola dei Famosi a 10.000 km di distanza, fino a parlare di casi sicuramente più forti, anche grazie alla presenza del giornalista Gianluigi Schiavon, autore tra le altre cose del libro Il bambino del mercoledì.

Quando al padre si nega il proprio figlio
La sua storia comincia nel 2003 quando si separa dalla moglie e alla prima udienza sull'affidamento del figlio di 4 anni, il bimbo viene dato alla madre con visite libere da parte del padre. Niente di strano quindi. Solo dopo 10 giorni comincia però l'incubo di un padre che vede la sua ex moglie fare ricorso e ottenere delle restrizioni sulle visite che si limiteranno quindi solo al mercoledì e a due fine settimana al mese. La motivazione? Un padre troppo petulante che chiede di continuo di vedere il figlio, accusa assolta con formula piena durante il giudizio penale che si è appena concluso, dopo però 8 anni.

Il dramma deve ancora cominciare: il CTU assegnato dal tribunale, ritiene la madre inadeguata al suo ruolo e il bambino nel 2006 viene affidato ai servizi sociali che in modo assoluto stabiliscono che il bambino di ormai ben sette anni, possa vedere il padre solo in modalità protetta, neanche fosse un carcerato.

Fortunatamente però due giudici decidono di far chiarezza sul caso, e leggendo i fascicoli precedenti non si capacitano di come il padre sia stato privato per tutti questi anni della vicinanza del figlio nè tantomeno del perchè, una volta dichiarata inadeguata la madre, il figlio non sia stato affidato a lui. Decisioni quindi fuori luogo anche degli assistenti sociali stessi.

Ecco quindi uno dei tanti casi di padri che vengono privati dell'amore dei propri figli, senza motivo, forse per ripicca da parte di donne che per vari motivi arrivano a tanto, ma che così facendo portano dolore nella vita dei propri figli oltre che in quella dell'ex compagno di vita. Un pensiero questo che non ci deve lasciare mai, i problemi di coppia non devono interferire con il giusto amore che ogni figlio deve ricevere da entrambe i genitori. Ovviamente questo in casi di persone per bene che siano in grado di portare amore e di provvedere ai propri figli in qualsiasi situazione.

Tornando al caso Schiavon, finalmente dopo 8 anni si sta forse facendo chiarezza sulla storia e speriamo che i due possano ricongiungersi per ritrovare il giusto iter familiare che meritano. Ma questi lunghi 8 anni, il trauma vissuto da un figlio così piccolo per tutto questo tempo... nessuno potrà mai sanare in nessun modo.

Questa nuova realtà non è poi così difficile da ritrovare in tutte le città italiane, e fa capire come ci sia un forte senso di paternità che riaffiora e che porta i papà separati a reclamare i propri diritti verso il poter accompagnare nella crescita i propri figli, anche se si è al di fuori del nucleo familiare.

Basta cercare su internet "Padri separati" per vedere svariati siti e associazione di appoggio per i papà a cui viene negato il poter vedere i propri figli, ma che allo stesso tempo aiutano e accompagnano tutte quelle donne che vengono abbandonate e che vogliono far prendere parte alla vita familiare quegli uomini che insieme alla moglie abbandonano anche i proprio piccoli.
 

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