Rosita, la mucca dal latte materno
Mondo MAD - News
Scritto da Martina Paolucci     Lunedì 13 Giugno 2011 10:25 Stampa
Rosita, la mucca dal latte maternoNata in Argentina, Rosita è una mucca apparentemente come tutte le altre. Ma in realtà non lo è affatto: è stata clonata e, soprattutto, è stata "costruita" appositamente per produrre latte identico a quello materno.

La mucca è stata cresciuta e presentata al mondo dal National Institute of Agrobusiness Technology, il laboratorio argentino che ha dato vita a questo progetto. Rosita è nata il 6 aprile con un parto cesareo. La neonata, infatti, pesava 45 kg, il doppio del peso normale di un bovino alla nascita. "La mucca clonata si chiama Rosita", hanno annunciato dal laboratorio, "e quando sarà adulta produrrà latte simile a quello materno umano".

Rosita, la mucca dal latte materno
La mucca è stata letterlmente creata in laboratorio, attraverso l'inserimento nel codice genetico dell'animale di alcuni geni umani dai quali dipende la produzione di lattoferrina, la proteina del latte che rinforza il sistema immunitario, e di lisozima, un enzima antibatterico. I ricercatori dell'Università di San Martin sostengono che, con queste "aggiunte", il latte che la mucca Rosita produrrà nel suo prossimo futuro sarà del tutto identico a quello umano, tanto da poter essere realmente usato per l'allattamento dei bambini. In sostanza, il latte di mucca viene arricchito da queste sostanze che ne garantiscono l'azione antibatterica e protettiva peculiare del latte materno umano.

La proprietà del brevetto, intanto, è contesa dagli studiosi argentini e dalla Cina, che sostiene di aver già dato la luce ad una mandria di mucche transgeniche. La Coldiretti commenta con dati percentuali secondo cui il 75% degli italiani è diffidente rispetto alle clonazioni, motivo per cui i contrari alle modificazioni genetiche si sentono tranquilli. E per ovviare all'eventuale mancanza di latte materno, quello vero, si ricorre a metodi più naturali come, ad esempio, il latte d'asina. Questo latte, infatti, è ricco di lisozima, l'enzima antibatterico di cui gli scienziati cercano di indurre la produzione.







 

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